OBSOLESCENZA PROGRAMMATA: APPLE NEI GUAI

La procura della Repubblica presso ilTribunale di Nanterreha aperto un’inchiesta controAppleper “truffa” e “obsolescenza programmata”. L’azione intrapresa dalla procura francese è conseguenza della denuncia da parte dell’associazione “Alt all’obsolescenza programmata” (HOP) che accusa il colosso di Cupertino di ridurre,volontariamente, la vita dei propri smartphoneattraversogli aggiornamenti forniti agli utenti. Se in Italianon esisteuna legge che punisce tale pratica, in Francia l’obsolescenza programmataè illegalein seguito ad una legge, la “Loi Hamon” del 1 Luglio 2016 e chi mette in atto pratiche riconducibili all’obsolescenza viene severamente punito: fino a 2 anni di reclusione per chi ha sviluppato il prodotto ed una multa che può arrivare al 5% del fatturato annuo. Pratica già nota sin dai tempi post-depressione negli Stat Uniti, l’obsolescenza programmata è una strategiavolontariaepianificata da parte di un’aziendanel definire ilciclo vitaledi un prodotto commercializzato con il chiaro obiettivo di renderlo inferiore in modo da massimizzare le vendite dei nuovi articoli. Il prodotto, per strategia della stessa azienda,smette di funzionareo diventainutilizzabile, portando il consumatore all’inevitabile acquisto di uno nuovo. Apple, nel caso specifico,è accusatadi aver rallentato i propri smartphone e la risposta ufficiale del colosso di Cupertino è stata che sì, gli aggiornamenti forniti agli utenti per preservare la batteria come diretta conseguenzarallentanogli iPhone ( dall’iPhone 7 in giù). La stessa azienda si è poiscusatadi come la faccenda sia stata gestita, soprattutto a livello di comunicazione, ma ormai il “vaso di Pandora” è aperto e la questione è statamal digeritada tantissimi clienti Apple nel mondo. NonostanteAppleabbia avviato una “campagna promozionale” per la sostituzione delle batterie (in vendita a 29 euro anziché 89), il polverone sollevato dalla vicenda ègrandee, addirittura, alcuni analisti parlano di un ipoteticocrollonelle vendite che porterebbe Apple a vendere16 milionidi iPhone in meno nel 2018 rispetto alle previsioni. Intanto, secondo Patently Apple, leclass actioncontro l’azienda californiana salgono a 30 e la maggior parte imputa alla Apple una clamorosamancanza di trasparenzarispetto al problema delle batterie e del relativorallentamentodei dispositivi. Oltre che in Francia anche negli Stati Uniti e in Israele sono state avviate delle indagini sul caso mentre inItaliailCodaconsha dichiarato che farà unespostoalla Procura della Repubblica di Roma e all’Antitrust. SeSamsung,Lg,HtceMotorolahanno rassicurato i propri clienti circa eventuali problemi, dichiarando pubblicamente che non vengono assolutamente portate avanti strategie atte a rallentare l’efficienza dei processori, Apple continua a navigare in acque torbide. Per ora il titolo aWall Streetnon ha avutosignificativevariazioni al ribasso ed ha resistito ampiamente al caos degli ultimi giorni. Sicuramente bisognerà aspettare l’esito delle indagini, fino a quel momento la “Spada di Damocle” penderà sulla Silicon Valley.