LAMPEDUSA CHIEDE AIUTO MA ROMA NON RISPONDE
Lampedusa torna a chiedere di nuovo aiuto ma Roma non risponde, non ascolta. Alle richieste di interessamento del sindaco dell’isola il ministro degli Interni, Salvini, non risponde. Ci sono accuse precise verso il continente. Lo stillicidio di arrivi non interessa alla nuova politica tutta concentrata com’è stata alla vicenda Diciotti. Dice Salvatore Martello, il sindaco: “Certo Salvini si occupa solo delle navi militari, quelli di Lampedusa sono sbarchi che non fanno notizia e non possono essere strumentalizzati di fronte ai governi europei”. A Lampedusa Centro di Accoglienza sull’isola non è perfettamente agibile ma non si può fare finta che una risposta ai migranti arrivati deve essere data. Si interviene con buona volontà consapevoli che quelli che vengono in discussioni sono i diritti umani. L’incendio dei mesi scorsi lo ha devastato. All’interno dell’hotspot, che sulla carta potrebbe ospitare un massimo di 95 migranti, intanto ci sono circa 120 persone, e così una ventina di loro è costretta a dormire all’addiaccio. Effetto della chiusura parziale del centro dopo l’incendio di marzo: solo la prima tranche di lavori è iniziata, e mentre il ministro degli Interni Matteo Salvini non ha mai preso posizione sulla struttura, per il completamento le gare d’appalto sono ancora in corso. In queste ore sono iniziate le operazioni di identificazione dei migranti, per lo più provenienti dalla Tunisia: poi saranno trasferiti in nave a Porto Empedocle e da lì smistati nei centri di accoglienza. A quel punto per chi non ha diritto d’asilo – ad esempio per l’appunto i tunisini – inizierà il rimpatrio. Le procedure, però, vanno a rilento: “La nave – dice Pietro Bartolo, il medico dell’Isola – può imbarcare un massimo di 30 persone, e nel frattempo arriveranno altri sbarchi”. Nell’ultima settimana sull’isola delle Pelagie sono arrivati circa in 200. Sbarchi minori ma continui, non certo barconi fermati dal blocco libico o delle navi militari, ma gommoni, o dei semplici gusci dove trovano posto una decina di persone. Decine di gommoni che nelle settimane scorse hanno trovato approdo sulle coste di quella ch’è la prima porta d’Italia, d’Europa. Intanto a Roma si pensa ad altro, c’è da tener vivo odio e paura, Lampedusa è lontana, pare essa stessa fuori da quella “porta”
