LA VORAGINE DI ROMA E LA COLLERA DEL SOTTOSUOLO

LA VORAGINE DI ROMA E LA COLLERA DEL SOTTOSUOLO

La voragine che a Roma ha sbriciolato uno dei contrafforti della Balduina, inghiottendo strade e auto e per fortuna nessun umano, è ilfrutto di un’urbanistica deteriore e speculativa. Le responsabilità penali verranno accertate e la procura ha già spiccato i primi provvedimenti nei confronti dei proprietari dell’area e dei titolari dell’impresa costruttrice. Ma c’è una responsabilità politica che non può essere trascurata. E che riguarda norme urbanistiche approssimative e compiacenti, così come la sospetta generosità con cui vengono rilasciate le concessioni edilizie.A Roma l’urbanistica è estinta. Come trasformare la città, come pianificarla, come risanarla, come riutilizzarla, su quali direttrici di sviluppo orientarla, su quali funzioni concentrare gli interventi. Niente di tutto questo è minimamente presente negli obiettivi delle amministrazioni, compagini di governo raccogliticcie e senza respiro progettuale.Ormai le uniche trasformazioni urbanistiche riguardano i micro-cantieri che punteggiano la città: progettini-ini-ini che demoliscono per poi ricostruire, ricevendone cospicui aumenti di cubatura, oltreché vantaggiosi cambi di destinazione d’uso. Robetta micragnosa, utile solo a favorire le solite, eterne speculazioni immobiliari. Il caso della Balduina è esemplare: laddove c’era un istituto religioso che ospitava una scuola dovrebbe sorgere un complesso per abitazioni di pregio. Le pigolanti suorine vendono l’edificio, e grazie al Piano casa della Regione e alla sudditanza del Comune chi acquista può riconvertirlo in tutt’altro, moltiplicandone rendite e profitti. Solo che questa volta la collera del sottosuolo si è accesa e ha inghiottito l’ingordigia del cemento.