GLI IMPEGNI PRESI DALL’ITALIA NEI CONFRONTI DELL’EUROPA
Quando leggo certi post che scaricano le colpe del nostro debito pubblico e delle nostre insolvenze di bilancio sui tedeschi, con tanto di richiamo alla ferocia Terzo Reich (lasciandoci cogliere da una felice amnesia per i misfatti del “glorioso” ventennio fascista), non riesco a trattenere una certa malinconica ilarità. Nei momenti di crisi, ci confermiamo un popolo di smemorati e arroganti vittimisti, sempre pronti a credere ad una montagna di frottole pur di farla franca, scaricando sugli altri le responsabilità. Disposti a concedere l’amnistia ad un’intera generazione di classe dirigente e di ceto politico (di centrodestra e di centrosinistra) che ha sottoscritto impegni rimasti poi inadempiuti, rivelandosi del tutto incapace di rappresentare le esigenze del nostro Paese nel consesso europeo e mondiale.All’epoca della moneta unica, Germania e Francia non volevano che noi entrassimo nell’euro, perché il nostro debito era troppo alto e il nostro deficit fuori controllo. Per convincerli del contrario giurammo solennemente che da allora in poi avremmo messo sotto controllo il deficit e iniziato a ridurre il debito pubblico. Per dimostrare la serietà delle intenzioni mettemmo persino la tassa per l’Europa. Abbiamo sottoscritto senza battere ciglio tutti i trattati europei, con l’unanime partecipazione e complicità di tutte le formazioni politiche che in parlamento hanno sostenuto i vari governi succedutisi fin qui (dalla Lega di Bossi e Maroni, a Forza Italia di Berlusconi, fino al PD di Veltroni, Letta, Renzi, Gentiloni ecc.): in realtà, pensando di fare i furbi, ci siamo crogiolati nell’autoinganno. Ed ora ci inalberiamo con stupida arroganza e ci permettiamo di irridere gli altri Paesi dell’Unione che ci chiedono di rispettare gli impegni presi, e che pretendono, in forza della moneta comune, di onorare i debiti che abbiamo contratto. Siamo davvero una grande democrazia…!
