IL GIOCO A PERDERE DEL M5S E LA PERFIDIA DEL PARTITO UNICO DEL NORD

IL GIOCO A PERDERE DEL M5S E LA PERFIDIA DEL PARTITO UNICO DEL NORD

Che il gioco pericoloso condotto da Di Maio avrebbe portato a sbattere il M5s, lo abbiamo detto due mesi fa, appena ventilata la possibilità di un “contratto” con la Lega Nord. Il M5s, comunque andassero le cose, ne sarebbe uscito con le ossa rotte, purtroppo, perché dal gioco sporco del partito unico del Nord, di cui la Lega è solo la punta di diamante, usata da Berlusconi con il sostegno di Renzi, i cinquestelle avevano tutto da perdere, i leghisti tutto da guadagnare. Il partito unico antimeridionale condivide affari colossali per le infrastrutture da farsi al Nord, un giro di decine di miliardi che il programma del M5s avrebbe potuto ostacolare. Si pensi al Tav, al Terzo valico e alle innumerevoli opere progettate Oltrepò. Di Maio era convinto di giocare una partita a poker a due, mentre si giocava con il morto: il duo Renzusconi, con il Pd che spingeva il M5s verso un governo con la Lega, per godersi lo spettacolo della rovina, e Fi che prometteva un opposizione morbida, pronto a staccare la spina al momento giusto per far saltare il banco. Non si può escludere che Mattarella abbia svolto un ruolo propiziatorio, impuntandosi su Savona, per dare l’assist a Salvini, subito rientrato nei ranghi berlusconiani e rimettere in campo il Pd. Obiettivo, portare il centrodestra al 40%, facendo fare un figura tapina al M5s, ora in netto calo di consensi. Che s’aspetta l’agnello grasso che si mette nelle fauci del lupo famelico se non di essere divorato? Il primo errore è stato non tener conto che lo sfondamento elettorale è stato ottenuto grazie ai voti del Sud e di altri cittadini che speravano in un’alternativa al sistema, fidandosi delle promesse di cambiamento, per poi vedersi offerti quali agnelli sacrificali sull’altare del potere. Quello solito. Il timoniere (chi?) del M5s avrebbe dovuto tenere la barra dritta del partito che tutto avrebbe rovesciato, invece si è seduto a trattare con la ciurmaglia politica peggiore alla ribalta da 30 anni. Dal Pd ancora in mano a Renzi, che comunque ha chiarito subito il suo gioco, ai razzisti antimeridionali, dal Salvini che invocava il Vesuvio a Calderoli che definiva i napoletani topi di fogna, a Centinaio che urlava “terrone di merda”, leghisti che hanno giocato al gatto con il topo millantando un’affidabilità mai avuta. Tutto questo come sarebbe stato preso dagli elettori meridionali e da chi non vuol saperne di insulti razziali e di investimenti diretti solo verso Nord? Il Secondo errore è stato aver escluso dal programma ogni intervento speciale per il Sud volto al recupero del divario infrastrutturale ed economico creato dallo Stato italiano a trazione nordcentrica. Salvo poi metterci un toppa in extremis con otto righe, peggiori del precedente silenzio, e con il promesso ministero per il Mezzogiorno a banco già saltato. Il terzo errore è stato accettare nel contratto misure leghiste come la flat tax a netto vantaggio dei ricchi e in contraddizione con quelle per i poveri proposte dal M5s, come il reddito di cittadinanza, così facendo un calderone in cui c’era tutto e il suo contrario. Anche se è comprensibile che se vai a trattare con i leghisti, cos’altro puoi aspettarti? Il quarto errore è stato rinunciare a Di Maio premier, accettando gli improponibili ministri leghisti. Così contraddicendo lo sbandierato “mai più un primo ministro tecnico”. Infine, l’errore di non tenere conto che nel mondo globalizzato gli appetiti internazionali sull’Italia sono molteplici. Che senso ha dire no all’essere colonia della Germania per diventare colonia di altri, dalla Russia alla Cina, passando per i soliti anglosassoni? E per il Sud, che colonia del Nord lo è da 158 anni, cambierebbe forse qualcosa da questi passaggi di mano? Insomma, mentre passo dopo passo il M5s perdeva la sua credibilità di forza alternativa, con la quale, tornando subito al voto avrebbe guadagnato e meritato il 40%, mentre oggi è sceso sotto il 30%, Salvini si leccava i baffi pronto a sferrare il colpo al partner indebolito che credeva di condurre il gioco, mentre era giocato. Colpo mortale che avrebbe sferrato in ogni caso, perché mai sarebbe stata permessa la caduta del sistema Nord.Sdoganare l’indecente Lega Nord è stato un errore distruttivo per il Paese, più di tutto per il Sud, e un autodafé per il Movimento di Grillo. Non si sa quanto credito dare alle voci di addirittura un’alleanza elettorale con la Lega al prossimo voto: sarebbe il suicidio perfetto del M5s. Ne uscirebbe dimezzato poiché il Sud e gli elettori di sinistra gli volterebbe le spalle, mentre il Nord e la destra rafforzerebbero Salvini che prenderebbe il bastone di comando della coalizione. Non c’è forse qualcuno nel partito unico del Nord, cui non è estraneo parte del M5s che ha programmato i referendum con la Lega, che tifa per questo?