SI VA VERSO UNA COMPETIZIONE BINARIA: CON IL SISTEMA O CONTRO DI ESSO
Particolarmente triste il destinodegli elettori di sinistra (ossia, quelli che non hanno ceduto a demoniache tentazioni stellate), non a caso scomparsi dalle urne e ormai anche dai radar. Si va verso una competizione binaria: con il Sistema, o contro di esso. E già sono cominciati i posizionamenti lungo questo asse (di cui certo avrete avuto notizia, visto il loro enorme [sarcasmo] peso politico). PaP continua nella sua fuga dalla realtà, LeU ha battuto un colpo e tolto il nome di Grasso dal simbolo (ma si tentenna su Cottarelli; del resto, first things first), Cremaschi è andato a fare il tagliando al T34 (comprato direttamente dalle mani di Andropov nel 1982) in vista dell’uscita dalla Nato. Della sua, immagino. Il dilemma, la vera tragedia politica, è cosa fare oggi. Si va verso manifestazioni sotto il Quirinale, per l’impingement (mortacci vostra) o a difesa di Mattarella. E noi, dove andiamo? Da un lato, infatti, sono anni – quando ancora Dibba andava a rimorchiare alle feste Erasmus – che diciamo che le regole europee sono insensate, nocive e antidemocratiche. Quindi dovremmo (in teoria) appoggiare chi vuole cambiarle. Ma la via d’uscita indicata da chi vuole cambiare le regole europee è un’uscita a destra, autoritaria, e con un programma già pronto di guerra contro i poveri e lo Stato. E quindi dovremmo stare con Mattarella. Ma se questo scontro finisse vinto dalle forze che oggi sono con Mattarella, se ne uscirebbe con uno status quo non solo confermato, ma addirittura rinforzato dall’ordalia popolare, intangibile per gli anni a venire. Quindi non possiamo stare con loro. Ma se non stiamo con loro stiamo con Salvini e Di Maio, che hanno un approccio – come dire? – del cazzo a tutte le questioni più complicate dei propri calzini. Quindi stiamo con Mattarella. Ma dal Quirinale ci hanno già detto che «un’altra politica economica non è possibile», e quindi che ci stiamo a fare? Quindi cambiamo. Ma cambiando… SCENARIO 1Possiamo scegliere di combattere in difesa della Repubblica “borghese”: se perdiamo, finiremo travolti insieme a quello stesso sistema che in realtà avremmo voluto cambiare; se vinciamo, salveremo la democrazia ma ne finiremo marginalizzati, per la notoria irrilevanza numerica e perché – come già nel post ’89 – la ruota della Storia dirà che i meccanismi del capitalismo liberale sono invincibili. Una nuova vittoria della Santa Alleanza, contro ogni focoloaio di eresia. In più, ovviamente, ci alieneremo per sempre il consenso potenziale di quella stessa area popolare che ci proponiamo di riconquistare (come? Boh) e che al momento plebiscita Salvini e Di Maio. Corazzieri dello status quo. SCENARIO 2Ci accodiamo al “governo del cambiamento”, in nome della sovranità popolare e nazionale, contro le élites economiche e le istituzioni comunitarie. Ovviamente, inutile immaginare anche solo la minima possibilità di influire sulla direzione politica successiva, come testimoniato dal (tardivo) pentimento dei molti “compagni” che hanno votato Pora Virgy sindaco di Roma. Inutile anche immaginare che l’operazione “piano B” possa funzionare, sia in assoluto sia soprattutto in relazione ai personaggi che la guiderebbero. Cioè: in Grecia (Paese che la Bce avrebbe potuto salvare con gli spicci che rimangono nel posacenere della macchina) avevano un programma molto meno “sognatore” di quello dei gialloverdi, e un ministro sicuramente competente e anche carismatico. Com’è finita? Ecco. Rivoluzionari di stoppia. IN CONCLUSIONEContribuire a certificare che un altro mondo NON è possibile o collaborare allo sfascio del Paese? Io lo so: guardando indietro, a tempi e minacce più gravi, in un’occasione (1921-22), si è scelta la neutralità tra Stato borghese ed eversione; in un’altra (1943-45), si è scelto di stare con la promessa di una democrazia, come veicolo verso una “via italiana al socialismo”. C’è oggi la possibilità di una “via italiana al socialismo”? No, mi sembra indiscutibile questo. Ma non mi basta per saltare la barricata e fare il Bombacci della situazione. E soprattutto, non mi pare che l’esito della “neutralità” del 1921-22 sia stato migliore di quello del ’45. Comunque vada, la sinistra italiana è morta, e stavolta sul serio.Ci sono solo tre certezze: 1) se Renzi e il Pd hanno intenzione di condurre questa campagna sul “vincolo atlantico” come nel 1948, che almeno vada da Trum(p)an e si faccia sganciare carrettate di soldi, tanto funzionano solo quelli. E vi prego, per l’amor di Dio, fatevi venire un’idea migliore di Calenda; 2) «chi si fa i cazzi suoi oggi fa parte del problema» (cit.);
