IL DOLORE DEL SUD

IL DOLORE DEL SUD

Oggi in ospedale per una visita, un medico mi domanda che mestiere io faccia. Scrivo, gli dico, romanzi, giornali, siti. Beato lei, mi fa, è sempre stato il mio sogno, ma non ne sono capace.Se è per questo, gli rispondo, neanche io sarei abile a fare il medico, più di tutto il chirurgo, data la mia incapacità di far fare alle mani quanto vorrebbe la testa, sono più bravo a rompere che aggiustare un oggetto, figuriamoci un corpo umano. Più che occuparmi di parole non so fare, esistono varie intelligenze, quella cognitiva, quella associativa, quella creativa…a ciascuno la sua vocazione.E lui, giovane, con occhi che gli luccicano: Sì, ma quello suo è un lavoro più pulito, più brillante.Non volendo rovinargli il sogno: Crede? In fondo medici e scrittori fanno lo stesso mestiere, occuparsi del dolore della gente, del corpo voi, dello spirito noi, a meno che non si tratti di medici irresponsabili e scribacchini commerciali.Non capisco, mi fa dandomi finalmente del tu, di che dolore ti occupi?Quello della mia gente, del mio popolo del Sud, venti milioni di esseri umani trattati da cittadini di serie B in quest’Italia matrigna dalla nascita, un popolo che oggi subisce l’insulto di essere governato da un cinico partito di barbari ignoranti che lo deruba, spingendo lo Stato a non dare a un abitante del Sud quanto dà a un cittadino del Nord. Cosa che in verità fanno tutti i partiti nazionali, ma la lega razzista in più, oltre che depredarci, ci offende apertamente da 25 anni.Capisco, mi risponde pensieroso, anch’io ho votato per quegli altri e neanche a me piace l’idea che con il mio voto abbiano portato al governo quella gentaglia. Nella foto, l’urlo dell’ulivo, del maestro di altri dolori Mimmo Norcia, foggiano, recentemente scomparso