SE NAPOLITANO RIABILITA ALMIRANTE RIPASSIAMO UN PO’ DI STORIA

SE NAPOLITANO RIABILITA ALMIRANTE RIPASSIAMO UN PO’ DI STORIA

Dice il Presidente della Repubblica che è nata dalla Resistenza e che ha l’antifascismo come valore fondante, insomma per quanto possa sembrar strano stiamo parlando diGiorgio Napolitano: «Almiranteha avuto ilmeritodi contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato». Giorgio Almirante fu tra i firmatari nel 1938 delManifesto della razzae dal 1938 al 1942 collaborò alla rivistaLa difesa della razzacome segretario di redazione. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Giorgio Almirante fu arruolato, ed inviato a combattere nella Campagna del Nordafrica. Il 16 giugno 1971 il Procuratore della Repubblica di SpoletoVincenzo De Francochiede alla Camera dei Deputati l’autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per i reati di “Pubblica Istigazione ad Attentato contro la Costituzione“ed“Insurrezione Armata contro i Poteri dello Stato”.L’autorizzazione venne concessa il 3 luglio 1974 dalla Camera dei deputati, con la contrarietà del solo MSI. Il segretario missino aveva infatti affermato durante il congresso del partito, con chiaro riferimento ai regimi di Salazar, Papadopoulos e Franco: «I nostri giovani devono prepararsi all’attacco prima che altri lo facciano. Da esso devono conseguire risultati analoghi a quelli conquistati in altri paesi d’Europa quali il Portogallo, la Grecia e la Spagna». Così, nel 1974 ne parla la questura di Roma: «Il dr. Giorgio Almirante, segretario della giunta esecutiva del Movimento Sociale italiano, già redattore capo di ‘Il Tevere’ e di ‘Difesa della razza”, capo Gabinetto del ministero della Cultura popolare della pseudo Repubblica di Salò, è stato deferito alla Commissione Provinciale per il confino quale elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo fascista dimostrato sotto il passato regime e particolarmente in periodo repubblichino, ma più ancora per le suerecentimanifestazioni politiche di esaltazione dell’infaustoventennio fascistae di propaganda diprincipi sovvertitoridelle istituzioni democratiche ai quali informa la sua attività, tendente a far rivivere istituzioni deleterie alle pubbliche libertà e alla dignità del paese». Il terrorista neofascistaVincenzo Vinciguerra– reo confesso della strage di Peteano – racconta nel1982di un Almirante che procura 35.000 dollari al terroristaCarlo Cicuttini, dirigente del MSI friulano, coautore della strage e autore della telefonata trappola che portò i carabinieri alla autobomba, affinché modificasse la sua voce durante la sua latitanza in Spagna con un intervento alle corde vocali. Nel giugno del 1986, a seguito dell’emersione dei documenti che provavano il passaggio del denaro tramite una banca di Lugano, il Banco di Bilbao e il Banco Atlantico, Giorgio Almirante e l’avvocato goriziano Eno Pascoli vennero rinviati a giudizio per il reato difavoreggiamento aggravatoverso i due terroristi neofascisti. Pascoli verrà condannato per il fatto; Almirante invece, dopo un’iniziale condanna, si fece più volte scudo dell’immunità parlamentare anche per sottrarsi agli interrogatori fin quando si avvalse di un’amnistia grazie alla quale uscì definitivamente dal processo. Ernesto De Marzio, capogruppo del MSI alla Camera ha raccontato di aver presenziato, nel 1970, ad un incontro traJunio Valerio BorgheseedAlmirantenel corso del quale quest’ultimo, alle richieste di adesione all’imminente colpo di stato avanzate da Borghese, avrebbe risposto: «Comandante, se parliamo di politica e tu sei dei nostri devi seguire le mie direttive: ma se il terreno si sposta sul campo militare allora saremo noi ad attenerci alle tue indicazioni». L’ammiraglioGino Birindelli, presidente del MSI dal 1972 al 1974 e precedentemente in contatto conOrdine Nero, racconta in un’intervista del2005, e l’ex ministro La Russa che a quei tempi frequentava i “sanbabilini” dovrebbe ricordarselo, l’atteggiamento di copertura tenuto dal partito di Almirante nei confronti degli assassini dell’agente di poliziaAntonio Marino. Per finire, ricordiamo le felicitazioni di Almirante ad Augusto Pinochet dopo il golpe contro Allende, per le quali fu pubblicamente ringraziato dallo stesso generale. Forse Napolitano queste cose se le è scordate. Forse è troppo vecchio per fare il presidente di questa nostra Repubblica. Forse è il caso che si dimetta. O che qualcuno ne chieda la rimozione. Prima che se ne esca con la rivalutazione storica di Benito Mussolini: “Che quando c’era lui i treni arrivavano in orario”.