BUON VIAGGIO, STEFANO TRINCIA
La tua morte, Stefano, apre una voragine nel mio cuore, e torno continuamente sul whatsapp veicolato da Luciana, pochi giorni fa, in cui sussurrando mi facevi gliauguridi buon compleanno, e mi mandavi solo “un abbrà” perché a pronunciare l’ultimo “cciò” proprio non ce la facevi più. Hai combattuto il tuo male come un guerriero, con eroismo ma anche con quel buon umore che non ti mancava mai, quel sorriso ironico che conquistava tutti. Ammiravo tutto in te, la tua cultura e le tue letture, il salto di qualità che facevi fare a Sky quando ti chiamava a commentare la politica estera, la tua generosità, la tua coerenza, e quella laurea in Russo e Lingue Slave che ti eri preso, trascorrendo periodi di studio sia nell’allora Unione Sovietica che nella ex Cecoslovacchia, prima di essere per 25 anni il corrispondente da New York del Messaggero. La nostra amicizia si cementò dopo, quando venisti a Roma a fare il redattore capo degli Esteri, e ti chiedo scusa per aver coinvolto anni più tardi, te e Rossella Lama, nell’esperienza sindacale del Comitato di redazione, in anni drammatici per il destino della nostra professione, oltre che del nostro giornale. Ma, dopo, questa amicizia esplose: abbiamo fatto insieme il Trevignano FilmFest , il Festival a tema realizzato tutto da giornalisti volontari e tu trovavi sempre il titolo giusto per ogni edizione: “Ombre nere, il cinema racconta i diritti negati”, “Visioni divine, il cinema e le religioni”, “E se domani”, l’edizione del 2017 dedicata al futuro. Ma anche il titolo della settima edizione, quella di quest’anno, che si svolgerà dal 20 al 24 settembre, è opera tua. E’ la prima volta che sveliamo pubblicamente il tema: “Strada facendo, il cinema racconta il viaggio”. Da una costola del Trevignano FilmFest, nacque l’Associazione Studenti&Cittadini, di cui eri presidente. E’ stata la fase più straordinaria del nostro volontariato, del nostro tempo donato ai giovani, e tu ne eri il protagonista assoluto. Abbiamo organizzato qualcosa come 30 incontri nei licei romani, portando a discutere con i ragazzi personaggi del calibro di Stefano Rodotà, Sabino Cassese, Laura Boldrini, Susanna Camusso e tanti altri. I ragazzi erano elettrizzati quando ti ascoltavano e i tuoi occhi ridevano di gioia. E noi pubblicavamo un giornale, per loro, che ogni volta forniva dati, analisi, spunti di riflessione per approfondire i temi trattati, dalla libertà di stampa alla crisi economica, all’immigrazione. Si chiamava, per l’appunto,“Studenti&Cittadini” e rileggere quegli articoli di apertura, scritti rigorosamente a quattro mani, mi ha trasmesso oggi una forte emozione. Sarà dura, senza di te. Dura per Luciana, che ti è stata accanto con una forza e una dedizione straordinaria, dura per i tuoi splendidi ragazzi, Chiara e Luca, accorsi da New York giusto in tempo per vederti ancora in vita, e che ho potuto abbracciare commosso, stasera, davanti al tuo corpo rigido, che però trasmetteva, dall’espressione pietrificata del volto, una certa ironica calma. Buon viaggio, Stefano Trincia.
