POVERA GENOVA

Una tragedia si abbatte su Genova. Questa mattina poco prima di mezzogiorno è crollato il ponte Morandi, il cosiddetto ponte di Brooklyn genovese per la leggera somiglianza. Il viadotto, che collega il centro di Genova, la parte est e il porto con l’aeroporto e la parte ovest della città oltre a tutta la costa del ponente è venuto giù come se fosse carta, così hanno raccontato alcuni testimoni. È il nodo stradale più importante della città, quello che oltre unireil levante con il ponente è quello dal quale partono le autostrade per Milano, Torino e il centro e sud Italia. Decine i morti raccontano i primi soccorritori. Ora la Liguria è isolata oltre che in ginocchio e i soccorsi hanno difficoltà a causa della forte pioggia che batte già da ieri sera. Almeno una decina le macchine e i camion che sono volati giù non avendo avuto il tempo di fermarsi in tempo. Più di cento metri di ponte venuti giù come se fossero giocattolini e per fortuna al centro ci passa un torrente, il che ha evitato danni peggiori. Un enorme boato e poi quell’ammasso di cemento armato è venuto giù come polvere. Progettato nel 1963 dall’architetto Morandi, dal quale prende il nome, anche se a Genova in pochi lo chiamano così, è stato inaugurato nel 1967. Un gioiellino della tecnologia italiana degli anni del boom. Lungo più di mille metri, con alte navate che appunto ricordavano il ponte di New York, era percorso ogni giorno da centinaia tra autoveicoli e camion e rappresentava il collegamento tra est e ovest, tra la Francia, la Liguria e il resto d’Itala in quella zona. Si è sbriciolato come se fosse cartongesso ed è crollato sulle case sottostanti oltre che su alcune strutture industriali. Ancora non si conoscono i veri danni di una tragedia che non sarebbe dovuta succedere e non si conosce il numero esatto delle vittime e tra loro purtroppo anche un bambino di 10 anni. Due persone, al momento, sono state tratte in salvo scavando tra le macerie. Chiusa anche una parte dell’Aurelia e la ferrovia. Genova è in ginocchio, isolata e distrutta ma con tanta voglia di tirarsi su con orgoglio.