IL SESSO CON LA REGINA DI EMMA STONE

VENEZIA. “Mi è piaciuto molto fare sesso con la regina”, dice Emma Stone. E la regina, ovvero l’attrice Olivia Colman: “Anche a me è piaciuto molto fare sesso con te!”. Parte all’assalto Emma Stone, lunghi capelli sciolti alla Veronica Lake, pallore metafisico e bellezza alla quale non ci si riesce ad abituare. È a Venezia, ad accompagnare il film “La favorita” di Jorgos Lanthimos, in concorso alla Mostra. Nel film, ambientato all’inizio del Settecento, si contende con Rachel Weisz le grazie della regina Anna Stuart, interpretata da Olivia Colman. “Abbiamo fatto delle prove per tre settimane prima di girare”, dice. “E in quelle settimane abbiamo fatto cose pazze insieme, abbiamo riso, abbiamo perduto ogni imbarazzo reciproco. Così, non mi sono sentita a disagio quando ho dovuto girare delle scene di sesso con la mia collega”. Trent’anni ancora da compiere, sul set da quando di anni ne aveva undici. La vita di Emma Stone è una vita che si intreccia, si incrocia, non si allontana mai dal cinema. La sua carriera è già memorabile, scandita da squilli indimenticabili proprio qui a Venezia: nel 2014 è la prepotente rivelazione del cast di”Birdman”, il film di Inarritu che le vale una nomination all’Oscar; nel 2016 conquista tutti ballando e cantando in “La La Land”, con cui vince la coppa Volpi a Venezia e poi l’Oscar come migliore attrice protagonista. Se c’è un’attrice che ha segnato gli anni Duemiladieci, è lei. Ed è sempre lei, stando alla rivista “Forbes”, l’attrice più pagata al mondo. Eppure, quando la vedi, sembra non aver perso la testa. Il suo personaggio non parla molto: vive di pause, di silenzi, di sguardi. Le piaceva questa nuova sfida?“Moltissimo: ho pensato che sarebbe fantastico fare un film tutto di silenzi e di sguardi. E poi scommetto che anche gli altri sarebbero felici di non sentirmi parlare!”. Qual è stata la difficoltà maggiore nell’interpretare il suo personaggio?“Ero l’unica americana in un cast tutto britannico. Era importante non suonare falsa, stonata. L’altra difficoltà era respirare dentro i corsetti!”. Chi è la sua lady Abigail?“E’ una sopravvissuta: suo padre, andato in bancarotta, la ha ridotta in miseria, costringendola a riciclarsi come cameriera. Lei sopravvive alle violenze, alla caduta, a un padre che si è giocato tutto a carte, e ha in sé tutta la rabbia e la forza per rialzarsi”. Il film parla di rivalità a corte. C’è qualche analogia con la rivalità che si vive a Hollywood, in un mondo molto competitivo?“Non avevo mai pensato a questa analogia con l’industria cinematografica; ma ora che mi ci fa pensare, probabilmente sì”. Questo è un film tutto al femminile: è una storia che riguarda tre donne…“E’ vero: è una cosa rara, nel cinema, e mi è piaciuto interpretarlo anche per questo motivo. Le donne vengono quasi sempre ritratte come mogli, fidanzate, oggetti di desiderio, ma raramente come protagoniste. Qui la prospettiva è diversa. E mi piace il fatto che abbiamo cercato di rappresentarle come esseri umani, esseri complicati, meravigliosi e orribili, come ogni essere umano può rivelarsi”. Accanto a lei, il regista del film, Yorgos Lanthimos, autore di film controversi come “The Lobster” e “Il sacrificio del cervo sacro”. È la prima volta che dirige un film in costume. Che cosa cambia?“Mi piaceva il fatto che si crea una sorta di distanza dal soggetto che racconti; e questo ti aiuta a vedere le cose con più chiarezza. Ma a parte gli arazzi alle pareti, poco è cambiato nei luoghi di potere dall’Inghilterra del Settecento. Potere, sopravvivenza, manipolazione, sesso come merce di scambio sono forze che fanno parte della società, oggi come ieri”. Questo film può essere visto come conseguenza del #Metoo…“Col piccolo particolare che è stato concepito nove anni prima. Avevamo iniziato a raccontare questa storia ben prima della nascita del movimento”. Aggiunge Olivia Colman: “Le lotte umane per il potere sono molto simili attraverso le epoche. Ancora oggi ci sono persone che scambiano il sesso per amore, e chi brama il potere è disposto a tutto per ottenerlo”.