LA FLAT TAX COME LA RIVOLUZIONE DI GIORGIO GABER

LA FLAT TAX COME LA RIVOLUZIONE DI GIORGIO GABER

Sintesi della lettura dei quotidiani in 10 punti (servizio pubblico per chi non ha tempo): La flat tax e il reddito di cittadinanza stanno rapidamente diventando come la rivoluzione nella famosa canzone di Gaber: oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente. L’infinito scazzo sui vaccini con annessi talk show, paginate di giornali, botte sui social e libri di successo, beh è stato solo un divertente passatempo estivo. Tipo le discussioni sul nulla che faccio io con gli amici, dopo cena, al terzo giro di rum. Ah, anche lo scazzo su Marcello Foa (remember?) era tutto un bla-bla. Foa resta dov’è, anzi Forza Italia si prepara a un dolce traghettamento poltronaiolo verso una federazione di destra con la Lega. Del resto la saldatura tra vecchia destra liberale e nuova destra sovranista-xenofoba sta procedendo in tutta Europa, e il Ppe candida alla Commissione europea Manfred Weber, amico di Orbán e Kurz, il democristiano austriaco già al governo coi fascisti. Però vorrei ricordare che la primogenitura nell’abbraccio tra liberali e fascisti ce l’abbiamo sempre noi italiani, ed è roba del 6 aprile 1924. Insomma, non nuovissima. «Negri di merda dovete morire!», urlava il branco che ha preso a sprangate sei gambiani a Partinico. Chissà se è ipotizzabile il movente razzista. Ah, intanto Salvini si lagna perché gli immigrati che lui non voleva in Italia alla fine sono andati via dall’Italia. Si apprende che l’aspirante giovane candidata renziana alla segreteria del Pd si stava in effetti candidando per la corrente renziana, ma all’insaputa di Renzi. O almeno così scrive Renzi al Foglio. In Francia Macron sta precipitando negli indici di gradimento, ogni mese dieci punti in meno. Avvertire Calenda. Sempre apprezzabile lo sforzo dei tre quotidiani fasciotrash nel trovare nuovi o vecchi bersagli su cui scaricare la rabbia. Oggi si punta su: «gli “scheletrini” della Diciotti in fuga dalla pappa» (Libero); l’allenatore Ancelotti che ha smadonnato in campo e un labiale lo ha beccato quindi è un senzadio bestemmiatore; il regista del film su Breivik che ha osato dire che forse in Europa c’è una deriva fascista; «Valeria Bruni Tedeschi radical chic»; George Soros (evergreen, come la Boldrini); «l’élite dei rosiconi» (la Verità); I padri gay che vogliono il fasciatoio anche nel bagno dei maschi (ps. che poi che cazzo c’entra essere gay, io quando viaggiavo con un figlio piccolo senza moglie bestemmiavo sempre perché il fasciatoio c’era solo nell’altro bagno dove non potevo entrare)