NON TEMO LA MORTE, HO PAURA PER IL FUTURO DI MIO FIGLIO DISABILE

“Io non ho paura di morire, ma mi terrorizza il pensiero di Alessandro”, mi disse un giorno la collaboratrice scolastica, ormai sulla sessantina e con diversi problemi di salute. La sua preoccupazione era tutta per quel figlio,30 anni, un pezzo di ragazzo, nato con un grave deficit mentale e completamente dipendente dalla madree, in sua assenza, dalla nonna o comunque da una persona adulta. “Se dovessi morire,che fine farebbe questo figlio mio? Non mi giudicare male, maè, ma prego il Signore che se lo porti via prima di me. E così che voglio chiudere gli occhi: dopo di lui. Per non lasciare un fardello agli altri fratelli, non è giusto, è troppo”.Un pensiero, questo, che era diventato un vero incubo per lei, abituata a programmare ogni minuto della sua giornata in funzione di quel figlio ma assolutamente impotente dinanzi al futuro e all’incognita dell’ultimo viaggio. Lo stesso tormento, moltiplicato per due, deve averlo provato quella madre di Mandas,nel cagliaritano, che due giorni fa ha sparato, uccidendoli, ai suoi figli, due gemelli disabili, per poi puntare il fucile su se stessa per farla finita. Ma dopo i suoi figli, però. Perché per lei, nella sua disperazione, era giusto così. E’ stata presa in tempo e portata in ospedale masarà un incubo ancora peggiore, qualora ce la facesse, per lei sopravvivere ai suoi figli ai quali ha tolto la vita, in un attimo di disperata follia, dopo avergliela donata, 42 anni di prima.Vedova da 10 anni, era affetta da diversi problemi di salute. Il futuro di quei figli, allettati, che dipendevano in tutto e per tutto dalle sue cure non l’abbandonava un solo istante. E così, in preda ai pensieri più neri, schiacciata nel fisico e nella psiche da una situazione più grande di lei alla quale non sapeva più provvedere adeguatamente, ha aspettato che l’altra sua figlia, peraltro medico, partisse in vacanza col marito, per mettere in atto il suo progetto al quale pensava da tempo: morire dopo i suoi figli. Una donna coraggiosa ma fragile, dicono di lei i vicini di casa.Resa vulnerabile da un peso troppo grande e col pensiero del futuro sempre presente.Una fragilità che si era manifestata già tre anni addietroquando aveva fatto abuso di farmaci. Intossicati dai medicinali anche i gemelli, un primo tentativo di farla finita? E’ probabile, ma l’evento fu forse sottovalutato.Due giorni fala tragedia. Figlia della disperazione, della solitudine, della paura del futuro. Per quei figli incapaci di vivere la vita.