UNA MOLTITUDINE DOMANDA MA ANCORA NON TROVA RISPOSTA
Sebbene soffino impetuosi venti di destra, ho l’impressione che stia maturando un’imperdibile occasione di rinascita e ricostruzione della sinistra. Il partito democratico è in agonia e tra breve una moltitudine di confusi-dubbiosi-acrobatici-delusi-stentati-esiliati-smarriti-estenuati-dismessi-impauriti-scompaginati-nostalgici-avviliti-speranzosi-ecc.ecc. si troverà di fronte al seguente dilemma: che si fa?A questa domanda politica, che certo non è nuova ma che oggi è più che mai terribilmente urgente, si può rispondere continuando a sviluppare i propri progetti, ovviamente ognuno il suo, rigorosamente il proprio, sperando così di infine soddisfarla. In una sfibrante competizione egemonica che rischia di perpetuarsi stancamente e dunque scoraggiare, stremare, dissanguare volontà, aspirazioni e intenzionalità, anche le più generose e irriducibili. Riconosco (a volte più, a volte meno) la dignità di ciascun progetto di ricostruzione della sinistra, faccio fatica a riconoscerne l’efficacia in relazione all’obiettivo dichiarato, che è appunto accogliere, gestire e agire la pressante domanda politica di cui sopra. Non mi permetto di giudicare i diversi percorsi in corso, mi limito tuttavia a percepirne insufficienze e limiti, anche laddove cerco di offrire il mio contributo.La voglio dire dritta per dritta, così come mi pulsa dentro. O si riesce a trovare il modo (un modo) per rifare la sinistra che ci piace, oppure la rifaranno altri e continuerà a non piacerci. Come infatti già s’intuisce, c’è chi sta provando a riesumare il Pd, infiocchettandolo con allusioni e riecheggi al com’eravamo. E senza un qualcosa di efficace e credibile che sensibilmente si distingua nel panorama politico, assisteremo a un inevitabile e rassegnato risucchio verso il partito zingarettiano. E se non l’avete ancora capito, capitelo rapidamente.
