NETFLIX SI MANGIA IL LEONE? ANAC, FICE E ACEC FUORI DAL MONDO CHIEDONO A BARBERA DI FARE COME CANNES E UN PO’ MINACCIANO

NETFLIX SI MANGIA IL LEONE? ANAC, FICE E ACEC FUORI DAL MONDO  CHIEDONO A BARBERA DI FARE COME CANNES E UN PO’ MINACCIANO

DI MICHELE ANSELMIPubblico abbastanza sbigottito qui sotto un comunicato firmato dagli autori dell’Anac e dagli esercenti d’essai raccolti nella Fice e nell’Acec (cattolici). In esso si chiede addirittura al direttore della Mostra del cinema, Alberto Barbera, di rivedere la sua posizione rispetto alla possibilità di accogliere in concorso film prodotti da Netflix. Leggete. Il riferimento alla Mostra “finanziata con risorse pubbliche” è insensato, anche inutilmente minaccioso. Ci mancherebbe pure, poi, che non fosse espresso “pieno rispetto” nei confronti della giuria presieduta da Guillermo Del Toro per aver premiato il film di Alfonso Cuarón.Mi chiedo, dopo aver ascoltato Francesco Raniero Martinotti alla radio sullo stesso tema, dove porteranno posizioni del genere: retrive, poco in linea coi tempi, tese a salvaguardare un primato anche “filosofico” della sala cinematografica che non esiste più da tempo. Francamente una polemica di retroguardia, anacronistica. Il festival di Cannes faccia ciò che vuole, io mi auguro che Barbera tenga invece duro, ribadendo quanto ha già detto. E cioè: “Bisogna prendere atto delle nuove realtà come Netflix, Amazon e altri operatori analoghi che verranno. Io sono d’accordo con Cronenberg quando dice che tutte le polemiche di oggi sulle trasformazioni che il cinema sta subendo sono solo l’effetto di una nostalgia. Il processo non è compiuto, è in divenire. E bisognerà confrontarsi nei prossimi anni con tutti i soggetti coinvolti. Ma negare questa realtà è perdente”.Meglio non si poteva dire. Spero solo che l’associazione Centoautori, per adesso giustamente silente, non si accodi alle posizioni espresse dal comunicato.—–L’ANAC, Associazione Nazionale Autori Cinematografici, insieme a FICE e ACEC, in coerenza con quanto dichiarato in occasione della conferenza stampa della Mostra nel mese di luglio a Roma, ribadiscono la loro contrarietà circa la scelta di aver inserito nel concorso di Venezia alcuni film non destinati alla visione in sala, diversamente da quanto aveva deciso il festival di Cannes. Nel pieno rispetto delle scelte della giuria presieduta da Guillermo del Toro e senza nulla togliere all’alta qualità del film “ROMA” di Alfonso Cuaròn, vincitore del Leone d’Oro, ANAC, FICE e ACEC ritengono iniquo che il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della piattaforma NETFLIX che con risorse ingenti sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale cinematografiche italiane ed europee. Il Leone d’Oro, simbolo della Mostra internazionale d’arte cinematografica da sempre finanziata con risorse pubbliche, è patrimonio degli spettatori italiani: il film che se ne fregia dovrebbe essere alla portata di tutti, nelle sale di prossimità, e non esclusività dei soli abbonati della piattaforma americana. ANAC, FICE e ACEC reiterano la richiesta al direttore Barbera di rivedere per il prossimo anno la sua posizione, mentre chiedono al Ministro della Cultura di varare con la massima sollecitudine norme che regolino anche da noi come avviene in Francia un’equa cronologia delle uscite sui diversi media.