DAVIDE ASTORI E LA SUA FASCIA IN DEROGA

Dopo una gestazione difficile come quella di un parto plurigemellare la Lega Calcio ha partorito la decisione: la Fiorentina potrà, in deroga, mantenere la fascia di capitano personalizzata. Quello della standardizzazione delle fasce da capitano onestamente non sembrava il problema principale del calcio italiano in questo momento: poteva essere più utile forse (forse) pensare ad un rimedio pratico per fare segnare un maledetto gol (anche su rimpallo, anche con una tibia, anche con un malleolo) alla nostra nazionale che ormai ha disimparato totalmente. Ma perché privarsi di una bella, lunga, superflua polemica sulla “panna montata” quando viene servita su un piatto d’argento? Oltretutto così si può evitare che magari l’attenzione si concentri esclusivamente su altre vicende forse (sempre forse) leggermente imbarazzanti, come il casino monumentale in cui si trova la serie B, che è partita a 19 squadre ma che, a colpi di ricorsi in ogni tribunale disponibile, potrebbe anche allargarsi ad un numero compreso tra il 20 ed il 22 (geniale in questo senso la battuta di Gene Gnocchi sulla proposta di Frattini di varare una B a 20,5). Ad ogni modo tornando al problema delle fasce da capitano come si diceva saranno tutte uguali, fornite da mamma Lega. Stop alle “fantasie” dei vari Gomez, De Rossi e compagnia. Tutti bellini e pettinati con la loro fascettina di ordinanza i bravi capitani delle “legioni calcistiche” dunque. Per la gioia dei normalizzatori e forse anche dello sponsor (anche questo forse…). Tutti appunto tranne uno: German Pezzella, capitano della Fiorentina. Quella della squadra viola infatti continuerà ad avere stampati sopra i simboli dei quartieri del calcio storico, il giglio, il numero 13, e due lettere: DA. E di chi siano quelle due iniziali è decisamente superfluo dirlo perché lo sanno anche i sassi. Vengono i brividi a rivedere il breve filmato del momento, nel luglio del 2017 a Moena, in cui Pioli annunciava la decisione di nominare capitano Davide Astori, il quale di conseguenza arrivava al centro del palco e con il suo immancabile sorriso, inciampando anche un po’ sulle parole, diceva di essere orgoglioso di prendersi quella responsabilità, e della sua speranza di farsi onore portandola a lungo in giro per i campi. E va beh… come scrivemmo nel giorno della sua scomparsa, l’estrema “volatilità” della nostra presenza su questa roccia in giro per l’universo dovrebbe indurci a riflessioni sull’inutilità di incazzarsi sul 99% delle cose che ci capitano in un giorno. Ma come si sa non è così facile… Ed allora tutti giù nella mischia a dibattere anche sulle fasce da capitano! Con i giocatori della Fiorentina che dicevano che non avrebbero mollato, pagando ogni tipo di multa, e la Lega che invece tentennava tra la voglia di mantenere la schiena dritta (ma come? Dando multe a sei zeri, penalizzazioni in classifica, o magari arrivando all’amputazione del braccio del capitano?) e la netta sensazione di andarsi ad infilare in un ginepraio peggiore di quello della serie B. Alla fine il classico “compromesso storico” all’italiana è sembrato dunque il minore dei mali. O quantomeno una soluzione ponte per arrivare alla prossima estate dove magari si cambierà di nuovo tutto, dando il via libera alla fantasia sulle fasce (quella che servirebbe anche alla nostra nazionale tra l’altro…), o si deciderà di abolirle del tutto, chissà. In Italia abbiamo dato il via alla Var, quindi siamo capaci di tutto, nel bene e nel male. Intanto a Firenze la gente è contenta che resti, sul campo, un piccolo segno della presenza di Davide. Fuori dallo stadio, fino a poche settimane fa, resisteva anche la lunga cancellata coperta di sciarpe, ricordi scritti, pupazzetti, portati da tifosi di ogni parte d’Italia e di qualunque fede calcistica. Era bella, ma poi hanno tolto tutto dicendo che il materiale sarebbe stato rovinato dagli agenti atmosferici. E invece forse sarebbe stato proprio quello il suo bello: vedere gli oggetti perdere gradualmente i colori a causa di sole, pioggia e vento. Esattamente quello che succede anche a noi ometti senza che ce ne accorgiamo. Ma tant’è, non sia mai che teniamo in bella vista qualcosa di non scintillante, non lucidato, e soprattutto non marchiato da qualche sponsor. Non sia mai!