BOLSONARO, IL ROZZO REAZIONARIO

Bolsonaro, il nuovo presidente brasiliano, è uno che ha dichiarato che è giusto che una donna, sul lavoro, guadagni meno di un uomo. È uno che dice che in Brasile, per rimettere le cose a posto, “bisognerebbe uccidere almeno 30.000 persone, iniziando da Fernando Henrique Cardoso” (l’ex presidente socialdemocratico del Brasile). È uno che dice che “bisogna dare i diritti umani agli esseri umani, non ai marginali” (i “marginali”, per Bolsonaro, sono i gay, i neri, gli indios). È uno che dice che lui, i fr*ci, non li discrimina, li picchia. È uno che sostiene che Pinochet, in Cile, avrebbe dovuto uccidere più persone. È uno che promette di bandire “i rossi” dal paese e di mettere fine ad ogni forma di attivismo in Brasile. È uno che invita a sparare a tutti i sostenitori del Partito dei Lavoratori nello Stato di Acre, uno che auspica il ritorno della dittatura e della ghigliottina “contro il disordine”, uno che dice che lo Stato non dovrebbe spendere soldi per curare i malati di HIV perché, se si sono ammalati, “il problema è loro”. È uno che ha subito dichiarato di voler uscire dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico.Perché l’ambientalismo è una cosa da “comunisti”, quindi via libera al disboscamento della foresta amazzonica e all’uso indiscriminato del carbone. E Salvini gioisce per la sua elezione, come pure la Meloni (che è donna, ma forse non se ne è accorta).Del resto a loro piace ogni feccia neonazista in circolazione, niente di nuovo. Ci vorranno anni, per rimediare ai danni fatti da questa gente.E temo che presto la situazione si farà ancora più nera, sempre che i cambiamenti climatici non ci facciano estinguere prima.Trump, Orban, Salvini, Bolsonaro, la Le Pen che scalpita.L’evoluzione, da qualche parte, ha senza dubbio fallito.Ed è colpa nostra, che abbiamo lasciato che tutto questo accadesse.