È L’EUROPA IL FUTURO

È dunque l’Europa il futuro. Non ci sono alternative se non nel ridare con coraggio slancio a tutto quello che molti hanno voluto affievolire.È quello che ci ricorda il presidente Mattarella nel corso della visita istituzionale in Svezia.Non è certo quella di Orban, di Salvini che vorrebbero distruggere il sogno dei grandi padri che avevano compreso che un futuro da soli porterebbe tutti da poche parti.Non è certo la visione della May, della Brexit che ogni giorno che passa vede frantumare il progetto della Grande Inghilterra.Ma non è neppure quella dei freddi burocrati che per colpa della fragilità della politica si sono impossessati di Bruxelles.Mattarella pare implorare una visione più ampia a quella visione che nel continente mira sempre di più a chiudersi in ambiti ristretti. il Presidente offre una soluzione che è l’esatto contrario del sentimento che si vorrebbe dominante, chiede uno scatto:“Compito di ognuno di noi, cittadini europei, è mantenere viva la visione dei Padri fondatori, passandola intatta e sempre più solida, in una simbolica staffetta, alle generazioni future”, dice il capo dello Stato. Ma l’Unione deve fare fronte alle sfide della modernità e dell’integrazione. “Ci auguriamo che i Membri dell’Unione Europea – tutti – riescano a identificare e perseguire politiche sempre più comuni, volte a governare con coraggio un fenomeno non certo destinato ad esaurirsi”, dice parlando del flusso di migranti. E rivendica: “L’Italia è impegnata senza riserve su questo terreno, a partire dalla drammatica emergenza dei salvataggi in mare e degli sbarchi di centinaia di migliaia di migranti”.Il presidente della Repubblica è cosciente che l’Europa affronta delle difficoltà: “Attraversa un momento non facile, dopo le elezioni europee bisognerà trovare il modo di rilanciare il ruolo dell’Ue”, ha detto incontrando il premier svedese uscente Stefan Lofven. “L’edificio che è stato costruito si deve completare. Rafforzando il pilastro sociale dell’Ue perché i cittadini, che hanno sofferto per la crisi economica, si sentano davvero parte della casa europea”. E nel suo ultimo giorno di visita, nel corso del suo intervento all’Università di Lund, torna con un passo che è ben più di una difesa accorata delle istituzioni europee:“Non siamo una semplice unione doganale, non siamo una sorta di comitato d’affari”.Il futuro è l’Europa, nel Vecchio Continente, per i costruttori di muri, c’è solo l’amaro destino di portare verso il buio della storia.