C’E’ UN’ALTRA ITALIA DA COSTRUIRE

Promuovere un’altra Italia significa costruire un’altra politica. Questo concetto va compreso soprattutto oggi, mentre odio e paura, alimentate ad arte, si stanno consolidando in una suggestione collettiva che rende normale, pian piano, il pre-fascismo come stile di vita alla base della società e come stile di governo al vertice. Quello che io chiamo pre-fascismo è un clima generale indotto, fatto di nazionalismo, razzismo, odio verso le persone marginali ed emarginate, incoscienza morale e civile, identificazione con un capo, allergia verso democrazia, partiti, sindacati, Parlamento, Europa, Onu. Ovunque si maledice “la sinistra” (identificata con Renzi o con D’Alema) come causa di tutti i mali, mentre da tempo abbiamo solo un partito neoliberista in economia e confuso su tutto il resto, il Partito democratico, e micropartiti irrilevanti, che stanno fuori dalla realtà. Nessuno dice niente dei disastri della destra in tutte le sue varianti (neofascista, razzista, aziendalista, movimentista, digital-populista). Ci si entusiasma per la flat tax (che abbassa le tasse ai ricchi) e si è contenti se l’evasione fiscale non viene scalfita. Si approva una politica che organizza respingimenti e vessazioni contro i migranti. Si esulta per il diritto di armarsi e di sparare ai ladri. Si trova normale che nelle mense scolastiche i bambini di famiglie extracomunitarie siano discriminati. Nei locali pubblici molti rifiutano di farsi servire da dipendenti con la pelle scura. Si organizzano aggressioni ai “negri” e se si viene scoperti si dice che è stata una goliardata. Questa è l’Italietta, oggi. Un programma di Alberto Angela sulla deportazione degli ebrei è stato considerato inopportuno rispetto al vento che tira oggi in Italia. Il fondo è stato toccato con la vicenda del Comune di Riace: la comunità che grazie al sindaco Mimmo Lucano aveva realizzato un esempio di democrazia accogliente, interetnica ed efficace, avendo la colpa di confutare con il suo successo tutta la propaganda della Lega a cinque stelle, è stata smantellata e la gente cacciata. La destra al potere ha paura persino della fiction che racconta questa esperienza e fa in modo che gli italiani non la vedano. Per condannare il sindaco di Riace, Salvini ha detto che “l’uso irregolare di fondi pubblici è intollerabile”, scordando di essere il leader di un partito che deve ancora restituire 49 milioni di euro rubati da alcuni suoi dirigenti precedenti. La propaganda razzista, persecutoria, allergica all’etica, alla democrazia e al bene comune si diffonde. Il governo dà corso alle peggiori politiche causando danni sempre più gravi alla convivenza civile.E i soggetti che potrebbero parlare di un’altra economia restano fuori gioco, spiazzati: chi perché non ha più riferimenti politici; chi perché non vuole fare politica e si accontenta delle proprie attività “alternative”; chi perché si era fidato, o incredibilmente ancora si fida, di quel Movimento cinque stelle che è il vero responsabile dell’egemonia esercitata da Salvini; chi perché mitizza “l’autogoverno dei territori” credendo sia la partenza del rinnovamento rispetto alla politica nazionale e internazionale. Ma il fondo è raschiato ehh! Bisogna imparare un atteggiamento nuovo :riunirsi, progettare, attuare.Occorre riunirsi per uscire dalla frammentazione sterile e costituirsi come soggetto di democrazia civile, organizzata, agita da cittadini critici e determinati. Si deve progettare una strategia di convergenza organica tra le azioni di economia solidale e le azioni politiche che contrastano il parafascismo.Per esempio, lavorando per moltiplicare l’esperienza di Riace ovunque in Italia, traducendola in forme adatte alle diverse situazioni locali e regionali. Quindi bisogna attuare tale modello passo dopo passo e stringendo tutte le alleanze adeguate a farla radicare nella coscienza della società italiana. Chi ha voglia di fare ciò senza pensare alle poltrone più facili con altre scorciatoie, già sperimentate come fallimentari?