ROMA, OCCUPATO IL LICEO TASSO: GLI STUDENTI CONTRO SALVINI

ROMA, OCCUPATO IL LICEO TASSO: GLI STUDENTI CONTRO SALVINI

Dopo la serie di licei di Roma occupati nell’ultimo anno (Virgilio, Mamiani, Socrate, Albertelli e Righi) è arrivato anche il turno del miglior liceo classico della capitale secondo la classifica 2018 della Fondazione Agnelli. Lo storico Liceo Tasso è stato paralizzato dal movimento di giovani studenti a seguito della assemblea straordinaria tenutasi il 21 novembre e del Collettivo Politico. Il comunicato con il quale hanno interrotto lo svolgimento delle lezioni quotidiane riportava la seguente dicitura “In opposizione ai primi provvedimenti attuati dal governo insediatosi a seguito delle elezioni del quattro marzo”. Ebbene sì, la rivolta delle giovani menti parte proprio dal decreto che il Ministro degli interni Matteo Salvini ha presentato quest’anno per contrastare lo spaccio nelle scuole. Con “Scuole sicure” Salvini ha previsto la messa a disposizione di un fondo per le più grandi città (come Roma, Milano, Napoli, Torino e altre ancora) di cui potranno usufruire per incrementare i controlli, la sicurezza e impianti di video sorveglianza.Gli studenti si sono dichiarati contro le volontà del ministro asserendo che non si tratta di una banale sorveglianza ma è invece un velato “controllo” militare dei giovani con costi esorbitanti. Durante questo periodo di “occupazione” infatti i ragazzi organizzeranno assemblee di informazione e di dibattito politico per discutere e confrontarsi tra loro oltre a corsi sulle materie d’indirizzo tenuti anche da professori. Il preside del Liceo, Paolo Pedullà, non considera idoneo il movimento e anzi, ha pubblicato sul sito della scuola il suo dissenso così: “Un gruppo di studenti del Liceo ha violato la legalità con l’occupazione abusiva dell’Istituto, impedendo alla stragrande maggioranza degli studenti di entrare per esercitare il diritto costituzionale allo studio e al personale docente e Ata quello di svolgere la propria funzione”. La sua considerazione però non è del tutto errata. Non siamo infatti ai soliti vecchi schemi che contrappongono l’autorità ai più giovani. Ma la sua motivazione nasce e si consolida sulla base del fatto che agli studenti non è mai stato vietato di esporsi o di avere un confronto democratico.