CON MEDITERRANEA, CON OPEN ARMS E SEA WATCH IN ROTTA VERSO IL “DESERTO” IN MARE APERTO

CON MEDITERRANEA,  CON OPEN ARMS E SEA WATCH IN ROTTA VERSO IL “DESERTO” IN MARE APERTO

Volevano rendere un “deserto” di umanità il nostro Mediterraneo. Volevano trasformarlo in un gigantesco cimitero degli invisibili. Volevano ridurre il “mare nostro”, quello che ha visto nascere le grandi civiltà, in una enorme distesa di fosse comuni. Volevano scaricare sulla Libia tutto il “lavoro sporco”. Hanno cercato di farlo iniziando con gli interventi a firma Minniti e poi dilagando con le scellerate politiche del ministro Salvini. Hanno smantellato punto per punto il sistema di salvataggio a mare causando la morte di centinaia di persone per annegamento, per inedia, per deportazione nei campi libici.Fino ad oggi, a operare in quel tratto di mare abbandonato dagli uomini e dalla pietà erano le sporadiche missioni delle singole Ong. Le loro imbarcazioni, fra mille difficoltà riuscivano a raggiungere le acque delle operazioni e li iniziava una serie di perlustrazioni e monitoraggi per salvare vite umane e quando non era possibile si passava alla verifica, alla sorveglianza dei metodi discutibili da parte della guardia costiera libica.Ecco invece che da questi giorni molto di più che qualche cosa è cambiato.Per fare fronte alla deriva populistica inizia a formarsi un nuovo spirito di collaborazione fra le stesse ong.Open Arms sarebbe partita da Barcellona già da metà della scorsa settimana. La Mare Jonio, di Mediterranea, è salpata da Reggio Calabria l’altro ieri. Infine Sea Watch 3, ha lasciato le acque territoriali francesi da qualche ora.Fra di loro un filo speranza a tenerle assiemeAncora pochi giorni e le tre navi si incontreranno in mezzo al mare, a poche miglia dalla “zona Sar” (Search and Rescue) libica.Una volta raggiunto questo punto ideale potrà iniziare quella che, con una punta di orgoglio, è stata definita la “prima operazione europea di monitoraggio del Mediterraneo” che vuole documentare quelle violazioni, quelle distrazioni che tanta parte hanno nella distruzione di tante esistenze ma anche dei diritti umani.Alla piccola flotta si aggiungeranno due piccoli aerei, il colibrì di Sea Watch e un altro biposto, messo a disposizione da un milanese, docente universitario di biologia che insieme ad alcuni amici fornirà assistenza tecnica e logistica alle tre navi ong.Un fatto non secondario visti i recenti atti di depistaggio messi in atto dalla guardia costiera libica e dagli mrcc (maritime rescue coordination center) sia libici che maltesi per fare in modo di “oscurare” ogni attività in quella zona:“Volevano desertificare il Mediterraneo, eliminare ogni testimone di quello che sta accadendo, con le motovedette e le inchieste politiche-giudiziarie”, ha ribadito Beppe Caccia uno degli armatori di Mediterraneo “E invece, anche grazie alla nostra iniziativa, siamo ancora qui”.