IL SABATO DELL’ULTIMO APPELLO
Sarà questa la volta che la legge di Bilancio diventerà legge dello Stato. Così sperano dai banchi della maggioranza.Ma non basterà più l’arrivo del Natale per chiudere la partita, servirà lo spirito di sopravvivenza per fare in modo che il maxiemendamento zittisca le opposizioni.I tempi pur nelle accelerazioni del caso sono sempre da considerarsi in alcuni giorni.Troppi, decisamente troppi perché ci si avvicinerà pericolosamente al capodanno.Il documento risolutivo sarà presentato in Senato alle 14. Le dichiarazioni di voto dovrebbero iniziare a partire dalle 20. Sarà il sabato dell’ultima prova d’appello per il governo Conte.Una forzatura, che fa insorgere quelli del voto contrario. Anche perché sarà questa la prima volta nella storia della Repubblica in cui il Parlamento, della sovranità, voterà una manovra senza neanche avere il tempo di leggerla. Senza alcuna considerazione, contrapponendo solo le varie tifoserie. Andrea Marcucci, capogruppo dei senatori pd esprime il senso della situazione: “Siamo all’epilogo, hanno coraggio da vendere. Il premier Giuseppe Conte confida che domani la manovra sia approvata, ma ancora oggi governo e maggioranza non hanno presentato al Senato l’emendamento che cambierà la manovra. Pensano che il Senato sia lo zerbino del governo. Hanno abbattuto la democrazia parlamentare. Vergogna: sono contro la Costituzione”.È stato a questo punto che il gruppo Pd ha intonato in Aula l’inno partigiano “Bella ciao”.Solo dopo il voto del Senato ci sarà il secondo passaggio alla Camera per varare la manovra in modo definitivo. Il presidente di Montecitorio Roberto Fico ha già convocato i deputati per il 27 e 28 dicembre. Ma la situazione è stata a lungo ingarbugliata, la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama riunita per ore per cercare di uscire dall’impasse. La legge di Bilancio è rimasta in forse con i senatori bloccati in attesa di poter votare un testo.
