SCENARI DI GUERRA TRA INDIA E PAKISTAN, POTENZE NUCLEARI. USA, RUSSIA, CINA: SPETTATORI INTERESSATI

Overkill: in gergo così viene classificata la capacità di totale annientamento delle forze in campo, nel caso le medesime impiegassero a tutto regime la potenza di fuoco, nucleare in primis, di cui dispongono. In tempi di disarmo erano ricorrenti le stime di quante volte il mondo potesse saltare per aria in virtù delle armi in dotazione degli arsenali delle superpotenze. Oggi il termine torna di moda, su scala ristretta, con riferimento al perenne conflitto tra potenze nucleari locali, India e Pakistan, di cui si avverte una riacutizzazazione. Più modestamente le due nazioni potrebbero annientare vicendevolmente solo se stesse, impiegando le bombe attualmente a loro disposizione. Ipotesi remota? Sicuramente distante dalla sensibilità dei politici italiani e magari anche di quelli europei. Un poco più sensibili quei settori dell’intelligence statunitense che circa un anno fa avevano collocato il Kashmir, zona di contenzioso tra Delhi e Islamabad, tra le top five dei luoghi da cui avrebbe potuto trarre origine una guerra mondiale. Apocalisse globale o catastrofe locale? Per il momento, momento inteso come le ultime due settimane, lo scontro è circoscritto geograficamente e anche il numero dei morti non è esorbitante. Il 14 febbraio un attentato che provoca la morte di oltre 40 soldati indiani. Di conseguenza un attacco aereo indiano sui territori del Kashmir pakistano, a prevenire, secondo Nuova Delhi, nuovi attacchi terroristici. E fu così che ieri i pakistani hanno vantato l’abbattimento di due velivoli indiani (gli indiani ridimensionano ad uno, riconoscendo che abbattimento c’è stato). Dichiarazioni sulla difensiva di entrambe le parti: contro i terroristi islamici gli uni, timorosi che la controparte metta la pace in pericolo gli altri. Profumo di elezioni in India, a giustificare una escalation soltanto temporanea. Comunque sia è emergenza nei cieli del Kashmir: chiusura dello spazio aereo pakistano; sospensione dei voli nell’India settentrionale. Stanno solo a guardare le stelle della geopolitica mondiale? Ancora una volta l’aggressività di matrice religiosa del nemico viene chiamata a giustificare la propria. Induista la maggioranza in India. musulmana in Pakistan. Con i sikh del Punjabi in cerca di alleati tra gli islamici. Ma sono noti anche i retroscena di conflitti secolari che risalgono quanto meno ai tempi del bipolarismo mondiale del secondo dopoguerra. India contro Cina, innanzitutto, che si riarma grazie a Usa e Urss. Con l’Unione Sovietica in primo piano a sostegno della non allineata patria di Gandhi. E dunque la Cina, alla faccia della fratellanza socialista, che qualche volta strizza l’occhio agli Usa e viceversa. Emblematica l’amicizia pericolosa tra gli Usa di Nixon e la Cambogia filocinese di Pol Pot ai tempi della guerra in Vietnam, paese per certo comunista, filosovietico ma non filocinese. Passano gli anni, ma anche oggi la realpolitica regna sovrana. Il Pakistan guarda a Pechino e gli Usa non possono schierarsi con gli indiani, temendo di perdere in zona un curioso alleato, pronto all’occorrenza nel dare ospitalità a Bin Laden. L’India da parte sua guarda a Mosca, per pararsi le spalle contro Pechino amico dei pakistani. Per ora sono solo ammiccamenti. La possibile catastrofe locale è molto più imminente di una eventuale apocalisse planetaria. Comunque varrebbe la pena di tenere la situazione sotto controllo. Si sa che da cosa nasce cosa, ma da questo genere di cose può trarre origine la morte del pianeta.