PROCESSO EREDITÀ SORDI: TUTTI ASSOLTI. NESSUNA TRUFFA NEI CONFRONI DELLA SORELLA AURELIA

PROCESSO EREDITÀ SORDI: TUTTI ASSOLTI. NESSUNA TRUFFA NEI CONFRONI DELLA SORELLA AURELIA

Sono stati tutti assolti gli imputati al processo di primo grado sull’eredità dell’attore Alberto Sordi. Dopo 60 minuti di camera di Consiglio, il Tribunale di Roma ha deciso di assolverli poiché “il fatto non sussiste”. L’accusa era di circonvenzione d’incapace e ricettazione. La procura di Roma sostenevache gli imputati avessero ingannato Aurelia, la sorella di Sordi affetta da demenza senile negli ultimi anni della sua vita.Aurelia Sordi è morta nell’ottobre del 2014, a 97 anni. Andrea Maria Azzaro, avvocato della famiglia Sordi, ha dichiarato: “accettiamo e rispettiamo la sentenza un conto però sono le donazioni ai domestici, un conto è l’impugnativa del testamento. La partita al tribunale civile è ancora da giocare”. Con questa sentenza, il testamento rimarrà in mano alla Fondazione Museo Alberto Sordi, come scritto nel testamento di Aurelia. Dopo la morte di Alberto Sordi, avvenuta nel 2003, il patrimonio è passato alla sorella. Ciò è stato causa di liti e contenziosi tra i membri della famiglia. Dei 9 imputati, 6 sono membri del personale di servizio a casa Sordi. Gli altri 3 sono un notaio, Gabriele Sciumbata, e due avvocati: Francesca Piccolella e Carlo Farina. Il pm del processo, Eugenio Albamonte, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati.Tutto ha avuto inizio con la denuncia da parte del direttore della Banca Popolare di Sondrio nei confronti dell’autista di famiglia, Arturo Artadi. L’autista poteva accedere ad uno dei conti di Aurelia Sordi, riservato alle spese quotidiane. Per usufruire dei fondi, però, doveva necessariamente avere l’approvazione del direttore. Un giorno, però, esibisce in banca una procura speciale, che gli dava pieni poteri sulla gestione dei conti. Umberto Catellani per questo motivo ha iniziato a dubitare, ed ha deciso di fare una segnalazione al tribunale civile.