CANNABIS IN CAMBIO DI BORDELLI

CANNABIS IN CAMBIO DI BORDELLI

“Se ne può discutere, come pure della legalizzazione della cannabis”. Ora bisogna essere di un’ignoranza o di una malafede crasse per riuscire anche soltanto aimmaginare un simile scambio. La legalizzazione della cannabis non fa male a nessuno e dovrebbe servire a togliere il consumo e lo spaccio dalla clandestinità. L’apertura dei bordelli proposta da Salvini non serve a nessuno, se non ai clienti italiani che si eviterebbero di varcare il confine con la Svizzera e l’Austria dove bordelli simili già esistono. Non certo alle prostitute, che pagherebbero il prezzo altissimo di nuovi dispositivi di controllo, di una nuova gerarchizzazione e di una nuova clandestinizzazione. Con le prostitute di serie A, italiane ed europee e dotate di cittadinanza e contratti di lavoro, costrette a esercitare solo nei bordelli suddetti con tanto di registri, fatture, tasse e via dicendo. E quelle di serie B, prevalentemente extracomunitarie, cacciate dalla strada e di fatto clandestinizzate. Un decreto sicurezza bis, insomma, ovviamente all’insegna del decoro delle città e della sicurezza delle famiglie – o dei clienti?