UNA GIORNATA DI DISCUSSIONI E LA NETTA VITTORIA DI ZINGARETTI

UNA GIORNATA DI DISCUSSIONI E LA NETTA VITTORIA DI  ZINGARETTI

La prima considerazione è che per anni sono stato tra quelli che si sono mossi controvento fino alle dimissioni dal Pd, soffrendo per l’interruzione di una lunghissima militanza, ma ritrovandomi stasera sollevato dalla vittoria di Zingaretti che è avvenuta anche col mio contributo. Hanno sbagliato, invece, quei compagni che parlavano di scorrettezza per chi, come me, aveva manifestato l’intenzione di partecipare alle primarie aperte. Mi sono mosso, dunque, ancora una volta controvento perché nella lista degli elettori ho ritenuto di potermici collocare sin dai tempi dell’Ulivo e, pur non essendo iscritto al Pd dal 2014 (ma avendo votato conformemente al partito salvo il 4 dicembre 2017 e, dopo la scissione di Leu, il 4 marzo 2018) la mia partecipazione poteva accompagnarsi alla consapevolezza che ben altri, anziché il sottoscritto, non sostenevano il Pd e (col Pd) quelle forze democratiche e di sinistra di cui personalmente ho sempre auspicato l’unità o l’alleanza. In proposito, del resto, avevo chiesto alla commissione nazionale di garanzia se potevo partecipare alle primarie avendo incertezze riguardo alle successive votazioni sin dai tempi del match Renzi/Orlando (una mia lettera aperta fu pubblicata anche su Alganews precedente formato) ma, forse, i membri della commissione erano più incerti di me perché non hanno mai risposto. E poi sappiamo tutti che, ora, sostenere il Pd sarebbe stato possibile ma solo escludendo di poter fondare il sostegno su una piattaforma condivisa perché, molto semplicemente, questa piattaforma non esiste. Infine (lo scrivo per chi non mi conosce), ero anche certo che pochi potevano ignorare come la penso, nel mio seggio, perché assai noto almeno in loco come ex presidente della provincia di Livorno ed ex sindaco di Piombino. Non ho mai nascosto le mie idee, voglio dire, e a quel seggio ho trovato persona con cui sono stato in disaccordo altre volte ma non ha avuto niente a che ridire bensì mi ha accolto con cordialità a testimonianza che, forse, qualcosa stava cambiando. Così ho partecipato alle primarie aperte nella mia città e ho dato la preferenza a Zingaretti che, tra i candidati alla segreteria nazionale, era l’unico ad ammettere che errori importanti sono stati compiuti e, per il futuro, indicava l’esigenza di discontinuità. Poi, naturalmente, sapevo quanto restasse da vedere perché, al momento in cui stavo per esprimere la mia preferenza, una nube di reticenze ancora esisteva e una dichiarazione di buona volontà non poteva ritenersi sufficiente per dissiparla completamente. Tuttavia ho dato fiducia a Zingaretti che, infine, ha vinto con oltre il 65% dei consensi (con partecipanti intorno al 1.700.000 che eguaglia, se addirittura non supererà, le primarie antecedenti al 4 marzo) e ora sono contento di avere contribuito alla sua vittoria. Oltretutto lo abbiamo sentito in una dichiarazione in cui declina la proclamata esigenza di discontinuità con le parole “unità” e “cambiamento” volendo significare che si impegnerà in un’ottica riformatrice, senza respingere il contributo di altre formazioni democratiche e di sinistra, ma scegliendo di stare (anche nella prossima battaglia per le elezioni europee) dalla parte di chi ha più bisogno nell’interesse del Paese. Così potrà avere inizio una vera opposizione al tragicomico governo gialloverde e a quella destre sovraniste che in Europa rappresentano un pericolo per la democrazia.