LE SENTENZE CHE PARLANO DI RAPTUS E TEMPESTE EMOTIVE NON AIUTANO

LE SENTENZE CHE PARLANO DI RAPTUS E TEMPESTE EMOTIVE NON AIUTANO

Sono colpito da questa sentenza.Un uomo strangola sua moglie fino a ucciderla e nel primo grado viene condannato a 30 anni di carcere con l’aggravante dei futili e banali motivi, i giudici dicono che si è trattato di un “attacco di gelosia”.Nel secondo grado, le stesse ragioni costituiscono una attenuante e la pena viene dimezzata, perché – così dicono i giudici – l’uomo sarebbe stato in preda a una “tempesta emotiva”.E’ davvero avvilente. E’ avvilente quanto si sia lontani in Italia dal comprendere che un femminicidio non può mai esser ridotto ad un raptus, raccontato come un attacco di follia o peggio come frutto di eccessivo amore e attaccamento.Alla base della violenza contro le donne c’è ben altro: c’è una cultura machista diffusa, che considera la donna come oggetto e proprietà dell’uomo, il quale può decidere sulla sua vita e sulla sua morte. C’è in fin dei conti la negazione della libertà delle donne: coloro che uccidono sono uomini che dicono “non puoi lasciarmi, meglio cancellare la tua esistenza che accettare la tua libertà”.Ecco perché le sentenze che parlano di raptus e sentenze emotive non aiutano: abbiamo bisogno di combattere il maschilismo e la violenza in ogni aula, da quelle di scuola a quelle dei tribunali.