CI VORRANNO NOVANTUNO ANNI PER RIMPATRIARE TUTTI I CLANDESTINI

Salvini nei primi 6 mesi del suo governo (giugno-dicembre 2018) ha rimpatriato 3.851 irregolari. Nello stesso periodo (giugno-dicembre 2017) il governo Gentiloni ne aveva rimpatriati 3.968. Cioè 117 in più. Nei primi 2 mesi del 2019 la media è sempre rimasta di 18 rimpatri al giorno. Nel 2017 (solo governo Gentiloni) i rimpatri erano stati 17 al giorno. Nel 2018 (Gentiloni + Salvini) sono stati 18 al giorno. Durante l’odiato governo monti i rimpatriati furono 7.365, cioè 20 al giorno. Decisamente più di Salvini. Praticamente, e questi sono dati del Ministero degli Interni (cioè dello stesso Salvini, riportati oggi da Milena Gabanelli nel suo Dataroom), con l’arrivo di Salvini i rimpatri sono praticamente gli stessi che c’erano col governo di centrosinistra. Allora delle due l’una: o Salvini è un comunista pro-immigrati al pari dei governi di centrosinistra. O Salvini è un cazzaro capace di far credere a milioni di cittadini di aver avviato una politica di liberazione dai clandestini, quando i dati lo smentiscono clamorosamente. E a proposito di liberazione dai clandestini. Stando alle parole di Salvini i clandestini in Italia sono 600mila. Vantandosi lui di rimpatriarne 18 al giorno (quindi per lui è questa la media giusta) ci vorranno circa 91 anni prima che l’ultimo clandestino lasci l’Italia. Cioè nel 2.110 non ci saranno più clandestini. Ammesso ovviamente che fino ad allora non ne arrivi più nessuno. Ovviamente tutto questo Salvini lo sa. Mica è disinformato, lui. Ma sa che i suoi elettori non lo sanno. Sa che loro sanno solo ciò che lui dice loro. E sa che il tema dei clandestini è una fonte inesauribile di consenso. E per tenersi largo (metti mai che campa fino a 137 anni) si mantiene cauto e col Decreto Sicurezza trasforma anche gli stranieri regolari in nuovi irregolari. Non si sa mai. Riassumendo, numeri alla mano, Salvini prende una valanga di voti promettendo la soluzione di un problema che – con i ritmi di cui si vanta – prima del 2.110 non risolverà (che nemmeno dimezzerà prima del 2050), mantenendo tra l’altro gli stessi ritmi dei suoi predecessori dai quali lui dice di differenziarsi. Praticamente: il raggiro politico del millennio. Quindi o milioni di italiani continueranno a ritenere quello dei clandestini il problema n.1 da risolvere, e quindi dovranno aspettare circa un secolo prima di essere felici; oppure la finiamo di andare dietro a questo epocale raggiro comunicativo ed elettorale, e iniziamo a occuparci dei veri problemi del Paese.Ma temo di conoscere la risposta.