LA GIUSTIZIA, PER LE VERGOGNE, PER IL GENOCIDIO DI SREBRENICA

LA GIUSTIZIA, PER LE VERGOGNE, PER IL GENOCIDIO DI SREBRENICA

Arriva la giustizia per le vergogne compiute da Radovan Karadzic in terra d’Europa appena un quarto di secolo addietro.Arriva la condanna all’ergastolo dal Tribunale internazionale per i fatti, per la guerra nell’ex Jugoslavia, per la barbarie che ne seguìÈ la condanna definitiva alla quale Karadzic non potrà più ricorrereÈ l’atto finale di una lunga serie di udienze che hanno fatto ripercorre gli anni più bui dell’Europa moderna. Era stato lo stesso leader serbo-bosniaco a ricorrere in appello contro la precedente condanna a 40 anni ed invece il tribunale ha aumentato la pena per i crimini commessi.Ed il peso più grande, l’infamia che ce lo fa ricordare è stato il genocidio di Srebrenica. La corte di appello ha confermato le accuse a Karadzic per il genocidio di Srebrenica, l’assedio e i bombardamenti su Sarajevo, i crimini e le atrocità compiute negli anni della guerra in Bosnia (1992-1995)La sentenza odierna di appello è quella definitiva per Radovan Karadzic. Il presidente della corte, il giudice danese Van Josen, ha detto che il tribunale di appello ha concordato con la procura nel ritenere che la condanna di primo grado, 40 anni di reclusione, fosse inadeguata alla luce della gravità dei crimini compiuti da Radovan Karadzic. E che pertanto la pena inflitta tre anni fa fosse “incomprensibile” e “ingiusta”. Grande l’emozione per la condanna all’ergastolo di Karadzic da parte dei familiari vittime degli aguzzini che agirono a nome suo.È soprattuto grande quel misto fra commozione e gioia delle madri di Srebrenica, che a Potocari, il cimitero-memoriale alle porte della cittadina martire, hanno seguito il pronunciamento della sentenza dei giudici dell’Aja e sono uscite per strada ad abbracciarsi in lacrime dopo il verdetto. La sentenza è stata accolta con applausi anche dai circa 300 rappresentanti della comunità accademica di Sarajevo che seguivano la diretta dall’Aja nel palazzo della Biblioteca Nazionale di Sarajevo. Quello di Srebrenica è la pagina buia, incancellabile di quanto compiuto dalle milizie del generale Ratko Mladic e di Karadzic.In quei giorni, quando infuriava la guerra, migliaia di cittadini bosniaci musulmani si rifugiarono nell’enclave ‘protetta’ di Potocari.Doveva essere il luogo più sicuro dove potersi rifugiare.Doveva essere la “casa” difesa dalle truppe Onu che avrebbe permesso un po’ di riposo, qualche momento di tranquillità, quella serenità che qualcuno non ricordava.Ed invece il contingente delle Nazioni Unite, il cui comando era affidato all’Olanda, minacciato a parole, si ritirò incomprensibilmente e vergognosamente.A quel punto le truppe di Mladic entrarono nel villaggio per portare a compimento il loro obbiettivo: presero i maschi, separandoli dalle femmine, separarono le famiglie, i genitori dai figli. li portarono nei boschi e li massacrarono: tra adulti e bambini, le vittime furono oltre 8 mila.