PRIMO PREMIO: CITTADINANZA ITALIANA

PRIMO PREMIO: CITTADINANZA ITALIANA

E’ una richiesta accorata quella di Khalid Shehata, il padre di Rami, che grazie a circostanze eccezionali può supplicare per quello che dovrebbe essere un diritto naturale «Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza… Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005, ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte» L’idea di premiare un ragazzino coraggioso nato e cresciuto in Italia dandogli, pensate un po’, la cittadinanza italiana raccoglie in sè quanto di più grottesco e assurdo questi tempi maleodoranti possano rifilarci. Se Beckett e Ionesco fossero vivi potrebbero organizzare ed animare un “think tank” dagli sviluppi imprevedibili. Si potrebbe usare la cittadinanza come premio speciale per chi non ha puro sangue italiano alla lotteria di capodanno, o magari inserirla nel “gratta e vinci”, o forse renderla ottenibile con i punti di qualche carburante o supermercato purchè strettamente italiani. Fai benzina alla Chevron e la spesa da Carrefour? Fattela dare dai francesi la nazionalità. Per carità, non fraintendetemi. Diamola immediatamente la cittadinanza italiana al piccolo Rami Shehata, saremo comunque in ritardo di quattordici anni.