IL “MALE” CI COSTRINGE AD APPREZZARE LE PICCOLE COSE QUOTIDIANE
Diversi anni fa facevo una trasmissione che si chiamava ‘Medici – storie di medici e pazienti’, su Rete4. Stavamo girando al Policlinico Gemelli di Roma quando si avvicina una persona con una cartella clinica in mano.Mi dice: “Guarda, ti presento un amico”Era il tumore che l’aveva colpito.Ci dice: “Che cosa siamo noi? Ci affanniamo, ma poi? Giovanni Paolo II, tutti lo amavano, sono passati pochi mesi e nessuno ci pensa più. Ed era un Papa amato. Invece io da quando ho conosciuto questo ‘amico’, vivo come mai ogni singola cosa che faccio: mangio un piatto di pasta ed è il piatto di pasta più buono della mia vita, guardo il cielo e un cielo azzurro così non l’ho visto mai, guardo un quadro e mi entra nel sangue e provo un brivido per l’arte che non avevo provato mai”Ecco, mi sono tornate in mente queste parole ora che tanto si discute su quelle di Nadia Toffa .Il cancro fa paura a tutti, ma quelle parole di tanti anni fa non le ho mai dimenticate perché erano soprattutto un inno alla vita, un invito a apprezzare fino in fondo ogni singolo momento che viviamo.
