CONGRESSO DELLA FAMIGLIA: A VERONA, DI FRONTE AL BUIO UN FIUME GIOIOSO
È stato un fiume umano festante, gioioso, ironico colorato quello che si è contrapposto al grigio, al buio, dI quel convegno che pretendeva di raccontare il destino della famiglia, della donna, al nostro tempoÈ stata allegria e satira sommata anche a rabbia per i discorsi, per i proclami dei sovranisti di cui giungevano gli echi.È stata l’energia dei sorrisi che si è opposta a quei doppiopetti dai sepolcri imbiancati che cercavano di trasmettere ardore ad una platea che nel teatro ascoltava impassibile, inquadrata nei volti e nei pensieri“Siamo 100 mila” twittava NonUnaDiMeno, e forse il conto non tornava del tutto, la Questura naturalmente tagliava e non ne contava più di 40 mila.Ma ad osservare Verona pareva di fronte, davvero, ad una invasione pacifica, una marea umana fatta di un amore indistinto, che non vuole steccati o confini nei quali rinchiudere il bene.In tante, in tanti davvero, hanno sfilato lungo le vie della città, protestando contro le idee reazionarie che si discutevano dentro il palazzo della Gran Guardia al Congresso mondiale delle Famiglie.Alla radice della protesta che ha richiamato da tutta Italia c’è stato l’opposizione ad una visione più che medioevale dei rapporti fra donna e uomo, c’è stato il rifiuto dell’idea della donna come ‘angelo del focolare’, sottomessa, schiacciata nel ruolo di procreatrice.Un pensiero che avrebbero voluto rilanciare con forza da Verona, in quella serie di incontri, conferenze e spettacoli sui quali la politica reazionaria ha voluto mettere il suo cappello.Tra le sigle presenti a quella che è stata la manifestazione contro i sovranismi nella famiglia, i sindacati Cgil, Cisl, Uil, le organizzazioni femministe, tra cui ‘Non una di meno’, ed esponenti del Pd e dei Radicali, di tutta la galassia che combatte nel nome dei diritti civili ed umani. Sono stati tantissimi che hanno partecipato al corteo della contromanifestazione che sugli echi del clima in città hanno deciso di arrivare per conto proprio.Almeno 140 gli autobus di manifestanti arrivati da fuori città.Persone, donne ed uomini che appena scesi, appena giunti, hanno trovato una città immersa nel clima di paura ben rappresentato dal convegno.Si è così formato un corteo che pareva non avere fine, di quattro chilometri che ha percorso una zona rossa creata appositamente.Avevano previsto e blindati per contenere i manifestanti. Agenti in tenuta anti sommossa, in una degna rappresentazione di quella atmosfera che piace tanto al governo del cambiamento. Ed invece niente.Il corteo, organizzato dalle femministe di Non Una di Meno, e a cui hanno aderito le famiglie arcobaleno, i Verdi, i radicali, l’arcigay tra gli altri, è così partito dalla stazione di Porta Nuova. Presenti Livia Turco, Laura Boldrini, Susanna Camusso.Tutto invece come dicevamo si è svolto tranquillamente, gioiosamente, malgrado l’affronto degli echi del convegno che giungevano nelle strade della manifestazione.E tutto è avvenuto senza nessun atto di violenza.La risonanza della manifestazione non poteva passare fra l’indifferenza dei partecipanti al convegno, si è dovuto far interprete della cosa lo stesso vicepremier Salvini.“Non sono qui per togliere qualcosa a qualcuno, non si tocca niente a nessuno. La 194 non è in discussione”, ha detto il ministro degli Interni, Matteo Salvini al Congresso delle famiglie di Verona riferendosi ad uno dei temi più controversi, alla legge sull’aborto. “Siamo qua non per togliere i diritti: non si tocca niente a nessuno. Non sono in discussione l’aborto, il divorzio: ognuno fa l’amore con chi vuole, va a cena con chi vuole”, ha voluto precisare Salvini. “Sono qua a sostenere col sorriso una giornata di festa, il diritto a essere madre, a essere papà e a essere nonni. La necessità dell’Italia di mettere al mondo dei figli”.Un sorriso finto quello di Salvini, un tentativo estremo di far buon viso a cattiva forte ad una assemblea che aveva preferito la vicinanza a formazioni estreme come quella di Forza Nuova.Una visione opposta a quella delle partecipanti alla contro-manifestazione. “Siamo in tante e tante diverse. E’ qualcosa di molto grave e antistorico e bisogna esserci e combattere”. Aveva detto l’ex ministro Livia Turco arrivando alla riunione, nella mattinata, di “Liber.e di scegliere” da cui poi era partita, nel pomeriggio, la contromanifestazione in opposizione al Congresso mondiale delle famiglie. ” Il gadget – ha poi aggiunto riferendosi al macabro dono, al feto di plastica, consegnato ieri ai partecipanti al congresso – è la dimostrazione del fatto che si è dimenticato il valore fondamentale della nostra Costituzione che parla di persona mentre l’esaltazione della natura porta al suo esatto opposto, cioè alla mercificazione della persona. Abbiamo assistito a un esempio di mercificazione della persona che nega la stessa radice cattolica, è inaudito”.Parole contrarie anche da Luana Zanella dell’esecutivo nazionale dei verdi e Nando Bonessio co-portavoce dei verdi del Lazio, che hanno partecipato alla manifestazione e al flash mob per la libertà, “in netto dissenso con il contestuale congresso mondiale delle famiglie, per la prima volta ospitato in un paese fondatore dell’unione europea, oltre ad essere stato promosso, sponsorizzato, patrocinato dal governo nazionale. Oggi più che mai è necessario far sentire la propria voce agli esponenti più retrivi e reazionari di realtà e associazioni cattoliche integraliste, ortodosse ed evangeliche, agli antiabortisti, ai sessisti, omofobi, anti-lgbt+, per non permettere loro di riportare indietro di secoli i rapporti tra i sessi e i livelli di civiltà raggiunti, grazie al coraggio di molti, dalla nostra società “.E l’ex presidente della Camera Laura Boldrini ha rilanciato: “Il disegno di legge Pillon prevede che una donna debba fare la mediazione con chi la picchia. E’ una cosa allucinante che va contro la Convenzione di Istanbul. L’on. Pillon è un mediatore – ha aggiunto – quindi c’è un grandissimo conflitto di interesse”.“Bisogna fare comitati – ha esortato – contro la legge Pillon”. “Poi – ha concluso la Boldrini – c’è l’ultima perla, di Gasparri, con il riconoscimento della personalità giuridica dell’embrione. Una proposta che vuole certificate come assassine le donne”.
