ESINO: COMUNE SENZA SOLDI, VENDE PIAZZA; PANCHINE E MUNICIPIO

Esino Lario è un grazioso comune di appena 747 anime, in provincia di Lecco. Sito a 910 metri di altitudine, sovrasta la sponda orientale del Lago di Como. Soprannominato la «perla delle Grigne» per la sua bellezza. Purtroppo, lo spopolamento e la mancanza di fondi pubblici hanno messo duramente alla prova i bilanci. Per risanarei conti il Primo cittadino mette in vendita i luoghi simbolo: il Municipio, la piazza, e anche le panchine. La decisione-provocazione è stata divulgata sui principali quotidiani nazionali e sui giornali del territorio. Sul Palazzo comunale, mostra un’etichetta gigante con codice a barre, come quelli sulle merci in vendita nei negozi. Il sindaco, a tal proposito ha dichiarato: «in questi anni Esino Lario è stato una guida e un’ispirazione per lo spirito imprenditoriale di migliaia di piccoli Comuni italiani. I conti del bilancio comunale non tornano, ecco perché ho deciso di prendere una posizione forte per il bene di tutti, mettendo in vendita i luoghi simbolo. Nonostante la sua profonda anima innovatrice, nonostante il suo essere crocevia di incontri e scambi, i tentativi di resistere ad ogni costo, purtroppo non abbiamo più le risorse per combattere i problemi più grandi di noi». ». L’offerta di vendita è visibile anche sul sito vendesiesino.it. Mancano sei giorni all’asta. Il Municipio è in vendita a 200 mila euro, il cartello di benvenuto a 1250, una panchina a 280 euro, con tanto di offerta 3×2. Ogni elemento ha una descrizione: «Panchina per esterno, utilizzata per anni da cittadini e turisti durante le loro passeggiate per le strade del Comune. Costituita da supporti laterali di fissaggio e sostegno in ghisa sferoidale con ampio basamento per uno stabile ancoraggio a pavimento, trattati con una mano di vernice protettiva e listoni in legno di pino».L’appello-provocazione del sindaco Pensa è un segnale di allarme per molti piccoli Comuni italiani. Si rischia di perdere «culture e tradizioni secolari, tramandate fedelmente fino ai nostri giorni».