FORMULA “E” A ROMA. E’ DI NUOVO CAOS

FORMULA “E” A ROMA. E’ DI NUOVO CAOS

E’ ricominciata mercoledì scorso la “Via Crucis” dell’EUR, o meglio dei centomila cittadini romani che in quella zona vivono e lavorano. Non si tratta di una celebrazione collettiva dei riti pasquali ma della seconda edizione del Gran Premio di macchine elettriche, la Formula E appunto, che per la sua messa in scena sta infliggendo ai cittadini romani e non solo due settimane piene di disagi. Una manifestazione identica si svolgerà a Parigi nel quartiere della Défense, simile all’Eur in quanto centro direzionale ma dotato di parcheggi sotterranei che rendono sopportabile l’installazione di tribune e box e l’arrivo del caravanserraglio delle dozzine di camper e roulotte che caratterizzano ogni kermesse motoristica. Nonostante le condizioni meno tragiche per i cittadini, a Parigi lo scorso anno sono riusciti a contenere il disagio in 9 giorni mentre a Roma ce ne sono voluti 20. “Basterebbe non usare la macchina” suggerirà senza cognizione di causa qualche ecogrillino del nord, e avrebbe ragione se non fosse che in zona Eur la stragrande maggioranza dei mezzi pubblici è affidata a società private che non garantiscono alcuna regolarità del servizio e che snodano i loro percorsi in competizione con i quadri surreali di Escher e con le circonvoluzioni dell’intestino di una mucca, innalzando se tutto va bene a 40 minuti il tempo necessario per percorrere 5 chilometri. Un disastro, niente mezzi pubblici e transiti vietati anche ai taxi, ma i cittadini romani sono buoni e si adattano. Dopo aver superato intasamenti da esodo di ferragosto parcheggiano dove possono, magari a un chilometro o due dal posto di lavoro e mugugnando un po’ si fanno una passeggiata. E allora che fare per farli imbufalire davvero?Niente di più facile. Come per magìa nel momento in cui la tolleranza potrebbe stemperare i disagi appaiono i Vigili Urbani e persino i carri attrezzi ed iniziano un inconsueto bombardamento a tappeto di contravvenzioni senza fare alcuna distinzione tra chi ostruisce il traffico od ostacola i lavori di allestimento e chi invece ha passato mezz’ora a cercarsi un angoletto lontano dove non dare fastidio a nessuno. Alla sindaca Raggi che non perde occasione per accusare i cittadini che amministra di indisciplina e sciatterìa vorrei ricordare un proverbio anglosassone poco conosciuto dalle nostre parti: “Se vuoi il miele dell’alveare non prenderlo a calci”