IL CONTRATTO DI GOVERNO PREVEDE ANCHE COSA FARE PER CHI E’ INDAGATO
Gli alleati di Governo come è noto, si sono preoccupati di stilare un vero e proprio programma delle cose da fare, per evitare di trovarsi poi in disaccordo sulle priorità ma anche sull’opportunità di dar seguito a temi che sarebbere stati a cuore ad una Parte piuttosto che all’altra, il Contratto di Governo, un documento di ben 57 pagine.Una cosa buona, che ha funzionato (finora) e che tutto lascia presagire che continuerà ad essere il “canovaccio” dell’Esecutivo Giallo-Verde.In questo “accordo prematrimoniale” tra Di Maio e Salvini c’è anche un codice etico che prevede che chi vada sotto processo, dove procedere a rassegnare le dimissioni. Ma il sottosegretario alle Infrastrutture per adesso è solo indagato, quindi non rientrerebbe in quanto è severamente scritto nel codice etico e potrebbe continuare a svolgere il suo incarico istituzionale. Dai pentastellati però provengono due diverse prese di posizione, alcuni sostengono che il sottosegretario Armando Siri non deve dimettersi perchè è solo iscritto nel registro degli indagati, mentre altri sono per le dimissioni immediate. Nel “codice etico” è scritto, esattamente a pagina 8, che non può far parte del Governo chi ha riportato codanne penali (anche non definitive), per reati di cui all’art. 7 della Legge Severino. Come pure la limitazione si applica per i reati di falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio.Non può far parte del Governo nemmeno chi sia sotto processo per reati gravi: mafia, concussione, corruzione. Infine gli incarichi di istituzionali sono preclusi a coloro i quali appartengano alla massoneria o che si trovino in “conflitto di interessi con l’oggetto della delega”. Quindi avrebbero torto quelli che pretendono le dimissioni di Siri, che sarebbe invece in obbligo di rassegnarle laddove fosse rinviato a giudizio.Tuttavia il Movimento 5 Stelle contesta un elemento successivo del codice etico, precisamente quello che dice che “nel caso in cui siano a conoscenza di indagini o procedimenti penali a loro carico, i membri del Governo dovranno fornire tempestive informazioni”. Così seppure non ha obblighi di dimissioni, dicono i 5 Stelle, “Siri deve spiegare almeno il motivo per cui ha proposto quegli emendamenti e deve farlo in fretta”. Una linea intransigente e che non lascia spazio a giustificazioni accampate e approssimative, come ha spiegato Di Maio in un’intervista dicendo che “C’è un’indagine per corruzione in cui c’entra anche la mafia”, proprio a significare la pericolosità di infiltrazioni e concussioni nel Governo e quindi alla necessità di far chiarezza sulla vicenda.
