IN ITALIA IL MENEFREGHISMO AMBIENTALISTA È PARI A QUELLO POLITICO

IN ITALIA IL MENEFREGHISMO AMBIENTALISTA È PARI A QUELLO POLITICO

Il menefreghismo ambientalista che con grande amarezza mi sono accorto dominare in Italia è parallelo al menefreghismo politico. Non si tratta solo di ignoranza o di stupidità bensì di appiattimento sul presente e di chiusura nel proprio individualismo, secondo i dettami del peggior liberismo; e la prima conseguenza è la rinuncia a lottare, a impegnarsi, in particolare per gli altri o per il futuro. Molti considerano troppo faticoso persino arrivare al cassonetto per buttare la plastica: tanto c’è chi non lo fa. Sono gli stessi che neanche vanno a votare: tanto è inutile, dicono, come se tutto quello che facciamo avesse sempre un effetto sicuro o portasse un vantaggio materiale e immediato, come se la condizione umana non sia appunto quella dell’incertezza, dei tentativi senza garanzie, delle delusioni, dei gesti disinteressati (“morali”) di cui beneficeranno le prossime generazioni.Non si ottiene niente, proprio niente, senza ideali (quasi sempre irraggiungibili), senza sacrifici e senza rischiare, non dico la vita ma almeno di perdere qualche ora e qualche privilegio, qualche amico, qualche abitudine, qualche comodità, qualche sicurezza. Non si ottiene niente se il coraggio proprio non ce lo si può dare, come il don Abbondio manzoniano, impietosa rappresentazione di tanti italiani. Che cazzata, il grande Brecht, “beata la terra che non ha bisogno di eroi”. Non esisterà mai una simile società, a meno che non si sia totalmente rassegnata ai soprusi dei prepotenti e al più becero conformismo. Beata, piuttosto, la terra in cui tutti sono eroi.È la trappola dei tre diritti fondamentali proclamati nel documento fondativo del primo paese compiutamente e ideologicamente capitalista, gli Stati Uniti: la vita, la libertà e la felicità, tutti e tre diritti personali, privati. Ormai se ne è appropriata la pseudo-sinistra liberal e uguale, oltre che quella apertamente liberista. Vita, libertà e felicità sono solo gli effetti, graditi, del buon governo: il quale per esistere ha però bisogno d’altro, e cioè di un chiaro senso del bene comune, dunque di solidarietà e di eguaglianza. Senza bene comune la vita, la libertà e la felicità sono solo illusioni, miti; o i premi concessi ai pochi che vincono alla lotteria sociale.