25 APRILE: UNA FESTA NECESSARIA. ANZI, INDISPENSABILE
Gentile direttore, ha ancora senso la festa del 25 aprile? per dirla con Albano Carrisi, da cosa ci dobbiamo liberare oggi? direi che mai come oggi il 25 aprile sia un festa necessaria. Anzi, indispensabile. In un Paese con una preoccupante tentazione negazionista, in un Paese in cui la memoria sta evaporando per motivi anagrafici, in un Paese in cui l’aspro clima da guerra civile si sente sempre più forte, c’è sì da festeggiare, ma anche e soprattutto da ricordare i drammi provocati dal nazifascismo, i milioni di morti dovuti alla seconda, tragica guerra mondiale. Sarà pure scontato, finanche banale, ma senza la lotta per la liberazione dal regime, lei stesso sarebbe meno libero . Dunque, ricordare il valore immenso della libertà è , mi creda, qualcosa di imprescindibile per il genere umano. Dimenticarsi di questo, far passare in secondo piano il monito della catastrofe provocata da un regime liberticida, vuol dire non voler vedere. E poi chieda a chi ha perso parenti alle fosse Ardeatine oppure al fronte se ha voglia di dimenticare. Chieda agli ebrei deportati nei campi di concentramento. Se ha qualche vecchio ancora in casa, le avrà ricordato di sicuro cosa fosse il fascismo: manganelli e olio di ricino, l’assassinio di Matteotti, frutto amaro del dissenso politico, l’invasione dell ‘Etiopia e le leggi razziali del 1938, l’abolizione dei giornali e dello sciopero, diritto inalienabile di tutti i lavoratori. Tutto questo è storia, nient’altro che triste, drammatica storia. Il 25 aprile, insomma, non è un derby tra fascisti e comunisti, come dice qualcuno, perchè a voler liberare l’Italia furono democristiani, liberali, cattolici, ebrei. Il 25 aprile è un monito contro l’indifferenza. Ed è proprio l’indifferenza l’humus su cui attecchisce la mala pianta. Indignarsi per episodi come la distruzione della statua della staffetta partigiana Giulia Lombardi, o per lo striscione srotolato a Piazzale Loreto da ultrà neofascisti della Lazio che nulla hanno a che vedere con il calcio, è fondamentale. Far finta di niente rischia di riaccompagnarci passo passo al periodo più funesto della storia moderna della nostra amata Italia. Fondamentale, in tutto questo, è il ruolo della scuola e dei genitori. Lei ha figli, signor Macchi? Ecco, se ne ha ricordi loro cosa è stato il fascismo. E, mi creda, li induca a studiare perchè la cultura è fondamentale, li obblighi a leggere quantità industriali di libri di storia per capire che certe vicende possono purtroppo ripetersi anche a distanza di 74 anni. Del resto il fascismo si insinuò in un’Italia indifferente e spesso analfabeta. Qualcosa di simile sta avvenendo oggi. Evitiamolo, per carità di Dio. Evitiamo di dover un giorno lottare per il nostro terzo risorgimento, come ci ha ricordato ieri il nostro Presidente della repubblica, che ha esattamente paragonato la resistenza al nostro secondo risorgimento. Mi creda Macchi, sarebbe delittuoso farci scippare di nuovo la democrazia, farci rubare le conquiste sociali frutto di quelle sacrosante battaglie civili degli anni 60, 70, 80. Sono convinto che la stragrande maggioranza degli italiani voglia la pace e ripudi la guerra. E viva male, malissimo, questo ritorno all’odio da parte di una minoranza rumorosa che soffia sul fuoco del disagio sociale contro rom, ebrei, migranti, islamici, comunisti, per quanto pochi siano. Ecco, la stragrande maggioranza degli italiani, al grido di ora e sempre resistenza, contro questa barbarie è pronta a scendere di nuovo in piazza. Ogni anno, tutti gli anni. Ed è giusto che sia così.
