MALDIVE A RISCHIO NEL PROSSIMO TARGET DEI TERRORISTI

MALDIVE A RISCHIO NEL PROSSIMO TARGET DEI TERRORISTI

Se fossi le Maldive starei molto in guardia. C’è rischio che possano essere prossimo target dei terroristi.Intanto rilancio il mio pezzo uscito su Corsera cartaceo su famiglia estremista e strage Sri Lanka.#C’è una famiglia al centro del massacro di Pasqua. Una cellula composta da fratelli, mogli, parenti secondo una tradizione qaedista. Alcuni attentatori dello Sri Lanka vengono dalla ricca borghesia. Un altro uomo-bomba ha studiato in Gran Bretagna, poi si è specializzato in Australia, seguendo un percorso simile a quello di molti giovani asiatici.Il gruppo di assassini, in apparenza, è cresciuto cresciuto attorno alla famiglia degli Ibrahim. Il padre, Mohamed, è un noto mercante di spezie, con grandi agganci nell’establishment. Dopo la strage la polizia lo ha arrestato insieme al figlio Isas sperando di ottenere informazioni. Possono dire molto. Non è la stessa cosa per gli altri due figli, Ilham, 31, anni, e Imsath, 33, dilaniati alle 8.45 e alle 8.50 dalle loro bombe. Il primo haprenotato una stanza allo Shangri-la con un complice, l’altro al Cinnamon hotel. Hanno atteso la morte pazienti. Poi, con il sorriso sul volto – come hanno rivelato le telecamere di sicurezza – si sono messi in fila davanti al grande buffet, sulle spalle un grosso zaino, il guscio per gli ordigni.Di loro è rimasto poco, tranne un indirizzo lasciato – per errore – alla reception, quello di una bella palazzina a Dematagoda. Gli agenti hanno fatto irruzione ma sono stati colti di sorpresa. Fatima, la moglie incinta di Imsath ha attivato una carica esplosiva: nel «botto» sono morti tre agenti, la donna e i tre suoi bambini. Stessa scelta, a marzo, di un nucleo in Indonesia, con l’intera famiglia sterminata con il gesto del «martirio». Ora la sicurezza è alla ricerca di Ismail, altro membro del clan Ibrahim. Il suo nome è emerso in gennaio dopo l’operazione che ha portato alla scoperta di una base, con esplosivo al plastico e armi. Un covo del gruppo staccatosi dalla piccola fazione NTJ. Secondo gli inquirenti gli estremisti hanno prima vandalizzato siti buddisti, quindi ucciso un politico. Una marcia verso il grande attacco di domenica contro gli alberghi e le chiese, forsecon il sostegno di elementi più esperti. I servizi indiani, per mesi, hanno seguito le mosse di alcune figure, una filatura resa possibile dalla cattura di un militante collegato ai futuri killer. E’ lui a svelare la trama, a rivelare i possibili target. Tutti dati finiti nelle segnalazioni inoltrate a Colombo dove compaiono le identità dei terroristi. Zahran Hashim, un predicatore che ha vissuto tra Sri Lanka e India, un “missionario viaggiante” allineatosi alle posizioni del Califfato e capace di tirarsi dietro gli aspiranti mujaheddin. Poi gli Ibrahim, le tasche piene di soldi e proprietari di una fabbrica per il rame impiegata come punto d’appoggio: probabile che le bombe siano state confezionate nei capannoni usando la miscela di prodotti chimici nota come madre di Satana, esplosivo al plastico e frammenti di ferro.Rilwan Hashim, fratello di Zahran che – secondo la ricostruzione di Firstpost – ha mantenuto rapporti con numerosi connazionali e maldiviani unitisi in Siria allo Stato Islamico, quindi un ex soldato, Badrudeen Mohiudeen. Il nucleo ha comunicato, protetto da sistemi criptati, con esponenti Isis in Medio Oriente e forse ha ampliato il canale poi impiegato per la rivendicazione in arabo ma anche in lingua tamil per rivolgersi alla platea vicina. In una perquisizione gli inquirenti hanno recuperato foto e video delle esplosioni nelle chiese, possibile che un complice abbia filmato l’azione. Altro segno della preparazione. Per questo l’inchiesta vuole scoprire se l’ordine di attacco sia venuto direttamente dal Califfato o si sia trattato di disposizioni più generiche parte comunque di un mix di estremismo locale e disegno globale.All’interno di questa “bolla” sarebbe cresciuta la formazione responsabile dell’eccidio, composta – dicono le autorità – da nove attentatori più i complici. Hashim si è immolato allo Shangri-la – anche se la prova definitiva non c’è -, stessa cosa per la coppia Ibrahim mentre altri sono ancora in vita, pronti per una seconda ondata di attentati. Sono indiscrezioni in attesa di conferme, senza dimenticare come le faide politiche possano alterare il quadro. Il governo ha annunciato cambi negli apparati di sicurezza dopo il clamoroso fallimento con gli allarmi ignorati. O, se è vera l’accusa di un ministro, insabbiati da alcuni funzionari.