CASO SIRI: L’INTERCETTAZIONE DELLA DISCORDIA

CASO SIRI: L’INTERCETTAZIONE DELLA DISCORDIA

” L’ intercettazione, nell’ordinamento giuridico italiano, è disciplinata dall’art. 266 e seguenti del codice di procedura penale.L’organo competente a disporla è il PM, ai fini del procedimento penale.”(‘cfr Wikipedia) Sistema d’indagine che negli ultimi giorni ha dato vita a una serie di notizie, di smentite, di difese e di attacchi politici in una girandola vorticosa che ha fatto comprendere l’importanza della questione, al di la’ del peso stesso della notizia. Antefatto : Armando Siri e’ il sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, leghista, teorico della flat tax. MisFatto: Siri sarebbe sospettato di aver intascato una tangente da 30 mila euro.Secondo gli inquirenti l’imprenditore Arata, ex deputato di Forza Italia, con interessi specifici nel campo dell’energia alternativa dell’ eolico, avrebbe fatto pressioni sul sottosegretario affinche’ quest’ultimo perorasse le ragioni delle sue societa’intervenendo sui provvedimenti legislativi inerenti la specifica materia. Il Fatto: Corriere della Sera, Repubblica, Messaggero hanno riportato la notizia attribuendo ad una intercettazione telefonica l’avvio dell’indagine investigativa. “Una lunga conversazione tra l’imprenditore Paolo Arata e suo figlio Federico captata dagli investigatori della Dia nel settembre 2018 grazie a una ‘cimice’ inserita nel telefonino. Su questa intercettazione – trasmessa per competenza dai magistrati di Palermo ai colleghi di Roma – si fonda l’accusa di corruzione contro il sottosegretario ai Trasporti e senatore leghista Armando Siri”(cfr.Corriere della Sera) Dagli articoli che si sono susseguiti pare emergere che in una tranquilla sera d’estate gli Arata, padre e figlio, parlino proprio di Siri e della corruttela in atto. E parrebbe che fossero soggetti a intercettazione telefonica e ambientale con cimice anche nella macchina. È l’intercettazione che c’ è e non c’è. Da un lato chi ne nega l’esistenza, dall’altra chi ne scrive riportandola tra virgolette. Per “i PM quelle parole di Arata sono un’ammissione” come titola e riporta il Corriere della Sera. “Siri avrebbe asservito le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati”.Lo si leggerebbe nel decreto di perquisizione firmato dai pm di Roma nei confronti dell’ esponente della Lega e di Paolo Franco Arata, ex parlamentare indagato anche lui dalla Procura capitolina.”( cfr.globalist. it)Un’indagine che si snoda fra Sicilia e Roma con perquisizioni che si sono svolte simultaneamente a Palermo, negli uffici dell’assessorato regionale all’Energia, e a Roma. Proprio a seguito della intercettazione sarebbe stata predisposta la perquisizione.Si legge nel capo di imputazione contenuto nel decreto di perquisizione ” Armando Siri, proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto mini eolico, riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30mila euro da parte di Arata”( cfr. Il Fatto quotidiano) Arata sarebbe amministratore di una serie di società operanti nel settore delle energie rinnovabili, societa’ che di fatto annovererebbero quale socio occulto Vito Nicastri soggetto che sarebbe indicato nella nota investigativa quale sovvenzionatore della latitanza di Matteo Messina Denaro. Nicastri, che si trovava gia’ ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni, è stato riportato in carcere a causa della nuova indagine. Dopo la divulgazione della notizia vi e’ stata una corsa alla smentita, poi alla conferma. Le testate che l’hanno data per prima continuano a scrivere di intercettazione telefonica a fondamento dell’indagine. Per il giornale La Verita’ e’ un falso. Per il Giornale si arriva addirittura ad ipotizzare il ” complotto politico” con rappresentazione di scenari foschi atti a depistare. In questo marasma in cui voci e smentite si susseguono febbrilmente entra a gamba tesa il Quotidiano del Sud che pubblica : ” Ci sono altre quattro intercettazioni ambientali in una villetta di Castellammare del Golfo (un paese al confine tra Palermo e Trapani) ed in una automobile (utilizzate da Francesco Arata), ancora non depositate agli atti dell’inchiesta, che chiamano in causa il sottosegretario alle infrastrutture della Lega Armando Siri indagato dalla Procura di Roma insieme all’ ex deputato Arata”. Un giallo nel giallo destinato a chiarirsi con la comunicazione di chiusura delle indagini da parte della procura agli indagati e con la possibilita’ per gli stessi di accedere alla documentazione probatoria in mano agli inquirenti. Fino ad allora, intercettazione si, intercettazione no, una, nessuna, centomila, sono solo supposizioni e scoop ad effetto ” politico”. Proprio in queste ultime ore, pero’, sarebbe stata depositata presso il tribunale del Riesame di Roma l’intercettazione in cui Paolo Arata parla di una mazzetta al sottosegretario Armando Siri. Il documento probatorio sarebbe elemento principe a sostegno della esigenza della convalida del provvedimento dei pm romani, Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi, con cui gli stessi chiedono al tribunale di confermare il sequestro di cellulari e computer di Arata, già in possesso della magistratura da una settimana dopo le perquisizioni. L’esistenza della perquisizione scaturirebbe proprio dalla informativa della Dia, risalente al 2018. L’avvocato di Siri ha dichiarato di non avere ancora potuto visionare gli atti, e che una volta esaminate le carte, consigliera’ al cliente di presentarsi ai PM per farsi interrogare. Intanto la vicenda che dovrebbe svolgersi entro le pareti di un ‘aula di tribunale ha trovato gia’ diversi giudici, avvocati e menestrelli al di fuori del luogo deputato, come accade sempre quando si e’ di fronte a fughe di notizie. La politica ne ha fatto un vessillo di legalita’ o illegalita’ secondo la fazione da tifo da stadio che connota ormai la materia. Cosi’ Salvini rispolvera la filosofia zen mandando ammonimenti ai compagni di viaggio governativo pentastellati, e questi ultimi, in pieno fervore preelettorale, non colgono e incalzano chiedendo a gran voce le dimissioni di Siri. Non mancano i mugugni in casa Lega, in testa l’attacco non tanto velato di Maroni a Giorgetti per la questione di Federico Arata, assunto proprio nello staff di Giorgetti, secondo una indiscrezione del Corriere della Sera poi confermata dagli stessi protagonisti. In merito alle critiche Giorgetti avrebbe replicato che il contratto era in regola e che Arata e’ persona con ottimi requisiti e preparazione. Intanto il ministro Toninelli ha provveduto a revocare le deleghe ministeriali a Siri. Lunedì il premier Conte di ritorno Da Pechino, dove si trova per il Forum sulla Via della seta, incontrera’ il sottosegretario, ” pomo della discordia governativa” e solo allora , dopo aver parlato con il diretto interessato, decidera’ il da farsi. Solita bagarre all’italiana in cui a latitare, nel marasma che ne deriva e’ il senso di giustizia percepito dal cittadino comune, quel principio caro al nostro diritto che vige nella presunzione di innocenza fino al passaggio in giudicato di una sentenza e che questa deve essere scritta in Tribunale, da un giudice. Il ludibrio di popolo e la gogna mediatica non sono contemplate fra le finalita’ dell’esercizio dell’azione penale e della rieducazione della pena.