GRAZIE, BEST

Treno Trento-Verona, ore 20 di una serata normale. A Rovereto salgono due ragazzi nordafricani e cercano di attaccare bottone con una signora sulla sessantina. Mentre lo fanno, uno di loro tira via il cellulare dalla borsa il cellulare e si allontana. Sul treno, però, c’è anche Bexander Best, un ragazzo nigeriano. Vede la scena, non ci pensa un attimo e interviene.“Perché lo hai fatto?” dice a uno dei ladri.“Che vuoi, cerchi rogne?”, gli risponde lui.“Restituisci subito il telefono, non ti lascio andare via, queste cose non si fanno! Noi in Nigeria non rubiamo!”.E con grandissimo coraggio e ostinazione costringe i due a dargli il telefono. Gli altri passeggeri guardano la scena intimoriti. Intervengono solo quando i due farabutti colpiscono Best al naso. Li dividono, ma i due riescono a scendere e a scappare. Arrivati a Verona viene allertata la polizia, che consiglia a Best di medicarsi in ospedale.La signora, vittima del furto, ringrazia Best. Ma lui si schermisce. Non capisce il clamore intorno a lui.“Ho solo fatto una cosa normale”, continua a dire. “Non sono un eroe”. Hai ragione, Best.In un paese normale, il tuo sarebbe un gesto normale.Ma qui, ormai, la propaganda d’odio razziale del Ministro dell’interno ha incancrenito il tessuto sociale. E allora tutto fa clamore.Persino il tuo, piccolo ma immenso, gesto d’altruismo.Che sbatte in faccia la realtà ai fascisti:esistono persone buone e cattive. Indipendentemente da colore di pelle, capelli, etnia e altre stronzate varie.