PORTOGALLO, PARADISO DELLE SINISTRE: E’ GIÀ AL CAPOLINEA LA FAVOLA?

PORTOGALLO, PARADISO DELLE SINISTRE: E’ GIÀ AL CAPOLINEA LA FAVOLA?

Fino a qualche giorno fa,(leggendo fino in fondo capirete il perchè) il paese più a occidente dell’Europa, meta preferita di numerosi pensionati italiani, era considerato la principessa venuta fuori da un brutto rospo, parafrasando la famosa favola. Fanalino di coda dell’Europa, economicamente strozzato dal debito pubblico, perennemente soggetto a politiche di austerity imposte dalla troika continentale, da un paio di anni era stato protagonista di una inversione di tendenza. “Nel 2011 il Portogallo aveva un deficit dell’11 per cento, a fine marzo è riuscito ad arrivare al risultato storico dello 0,5 per cento con un outlook sui prossimi anni ulteriormente positivo.”(cfr.Affariitaliani. it). Come è potuto accadere che un paese sull’orlo del collasso, con un destino apparentemente già scritto in termini di difficoltà economiche, tensioni sociali e rischio default, sia riuscito in meno di un lustro a modificare il suo cammino? Eppure è accaduto. Il Portogallo in pochi anni, mutando governo e tipo di approccio alle problematiche di natura economica, ha abbandonato gli abiti cenciosi di Cenerentola, riprendendo a marciare alla stessa velocità delle nazioni europee cosiddette “virtuose”. Addirittura, grazie a una detassazione per dieci anni delle pensioni dei cittadini stranieri che decidono di traferire lì la residenza per un periodo superiore a sei mesi il paese e’ divenuto meta di “esodi” semestrali di pensionati provenienti da tutta Europa. Dopo le elezioni del 2015, era stato dato incarico al socialista Costa di formare un governo. Il responso delle urne vedeva una situazione nebulosa e confusa. Costa formò un governo c.d di” minoranza” formato da forze di estrema sinistra come il Bloco de Esquerda, i Verdi e il Partito comunista portoghese. Una coalizione che non era stata mai particolarmente filo europea.Una unione delle sinistre che ha stupito e stupisce in una Europa in cui spirano sempre più veementi i venti della xenofobia, del razzismo e si stanno affermando politiche sovraniste. Una unione delle sinistre che, messe da parte le differenze, ha puntato su ciò che unisce, per traghettare il paese fuori dalla palude dell’ immobilismo e dal rischio del fallimento. L’Unione delle sinistre portoghesi, “geringonça” ( ammucchiata) come è stata definita, sa di miracoloso se si pensa alla litigiosità e autoreferenzialità delle varie anime che la popolano soprattutto in Italia. Così, mentre in tutta Europa spirano venti che rievocano antichi ritornelli xenofobi, e in tutto il mondo pare attecchire un approccio politico nazionalista, in Portogallo la Sinistra fa politiche di ” sinistra” e, cosa ancora più importante, queste politiche funzionano e il paese ha ingranato la marcia giusta. “Ammucchiata” è chiamata questa armata civile pronta a sfidare Troika e scettici. Un’ Armata Brancaleone che ha affrontato una sfida epocale compatta e coesa sui punti, 50, stabiliti nel contratto di governo post elettorale, sottoscritto al fine di potere governare. Accanto a una drastica politica di revisione della spesa con tagli, si è prevista una massiccia dose di investimenti e misure in favore del reddito delle fasce deboli.Spending review per migliorare i conti pubblici fatta camminare a braccetto con una politica di investimenti, mantenendo un buon livello di welfare. Un ottimo livello di responsabilità degli amministratori ha fatto sì che anche l’opposizione, comprendendo il preoccupante livello di non ritorno del paese, desse il proprio appoggio alle riforme strutturali del governo necessarie alla stabilizzazione della crescita. Un gioco di “squadra allargato” in cui, dinanzi al rischio di fallimento della nazione, si sono messi a tacere gli egoismi degli interessi di partito. “L’abilità dell’esecutivo di Lisbona è stata quella di -fare i compiti a casa- imposti dalla troika nel momento di massima crisi senza pregiudicare la spesa sociale, in un difficile equilibrio tra misure di austerity e politiche di sviluppo, sfruttando tutte le leve a disposizione di un’economia molto piccola in confronto a quella di altri membri dell’Ue”(cfr. Affariitaliani. it) Stipendi minimi e pensioni sono stati rimpolpati. E’ stata introdotta una patrimoniale del 3 per cento annuo sui redditi immobiliari superiori ai seicentomila euro. La tassa sulle ” bollicine” ha colpito i produttori di bevande gassate e il balzello su tabacco, carburante, automobili e’ stato ritoccato in aumento. Ripristinate, contro ogni Cassandra malaugurante, le 35 ore lavorative settimanali che la UE aveva cancellato con un colpo di spugna. Imposta ” l’Imu democratica” con una riforma del Catasto che ha considerato la tassazione secondo l’ubicazione dell’immobile oltre che sulla rendita. Il Portogallo, così in poco tempo ha catalizzato investimenti dall’estero su settori come energia e innovazione. Ha rilanciato settori come il turismo puntando su livelli qualitativi alti a costi concorrenziali. Per una volta le lacrime e sangue dell’esasperato ed esasperante schema economico europeo sono state gabbate e le draconiane norme atte a svilire la dignità delle genti sono state soppiantate dall’approccio ottimistico della “geringonça”. ll governo di coalizione ha funzionato meglio di quanto i suoi stessi ideatori avrebbero potuto sperare, ottenendo risultati insperati in pochissimo tempo. Questa moderna visione ha consentito allo Stato che si affaccia sull’Atlantico di ottenere dapprima uno sguardo sprezzante dall’Europa, poi una attenta disamina infine la nomina di Mario Centeno, ministro delle Finanze del governo Costa a presidente dell’Eurogruppo. Una scommessa vinta per il Portogallo? Il 2019 è proprio il banco di prova per il governo della grande ” ammucchiata”.Oltre alle imminenti elezioni europee, in autunno nuove elezioni politiche attendono i paese. Le opposizioni hanno alzato il tiro coinvolgendo le classi e i ceti più colpiti dalle riforme della coalizione governativa.Le forze politiche ostili al contratto di governo,infatti, stanno convogliando il malcontento diffuso tra le categorie toccate dai tagli del governo per creare una alternativa alla ” geringonça”. Una grande protesta dei camionisti per il mancato aumento dei salari ha aperto le danze. Da due giorni, inoltre, l’esecutivo di Antonio Costa sta conoscendo la fase più critica e rischiosa della sua esistenza. Sebbene ancora non ” formalmente” tuttavia, il Paese è in “crisi”. Pomo della discordia gli ” scatti di anzianità dei professori”. Il precedente governo di centro-destra del paese aveva adottato la misura del “congelamento delle carriere nella pubblica amministrazione”. La nuova formazione Partito socialista( PS), Bloco de Esquerda( BE) – Partito Comunista Portoghese( Pcp) dando vita al contratto di governo non aveva incluso fra i punti dello stesso la ricontrattazione degli scatti. Tuttavia si erano aperti tavoli di trattativa e si era concertata una apertura relativa, però, solo ad alcuni anni. I mugugni non si sono mai attenuati, ma il governo è sempre stato irremovibile. Due giorni fa ” il colpo di scena”. “In una riunione della Commissione parlamentare di educazione e scienza e’ stato approvato, in via preliminare, l’allargamento del riconteggio all’intero periodo, nove anni, eliminando per intero i tagli fatti in passato. A favore del provvedimento le destre e le sinistre non socialiste ( comunisti e blocchisti) ” ( cfr. Il Manifesto) Il dato, al momento meramente di principio e solo formale, dovendosi reperire eventualmente anche le risorse per farvi fronte, ha indispettito le forze socialiste della coalizione che lo hanno interpretato come una sorta di tradimento. Il Primo Ministro pare abbia rassegnato le dimissioni al Presidente della Repubblica e pare che queste sarebbero state al momento rifiutate. Tuttavia Costa avrebbe dichiarato che ove mai il provvedimento passasse in Parlamento il prossimo 15 maggio, aprirà formalmente la crisi per andare subito al voto. Una situazione non prevista e non prevedibile che rischia di fare fallire un progetto, una visione che avevano fatto gridare alla ” favola bella” a un lieto fine possibile quando coesione, spirito di sacrificio e Sogno motivano le scelte della Politica. Costa, in un suo intervento al Parlamento Europeo, un giorno di qualche anno fa, disse: “quel che divide la politica democratica dal populismo è che quest’ultima, la politica democratica, non attinge alle paure delle persone: si misura con i loro problemi e combatte le loro paure per restituire loro la speranza nel futuro. Nè si affronta la globalizzazione chiudendo le frontiere, erigendo muri, ricorrendo a protezionismo e xenofobia”.( cfr Affari italiani. it). Ci si augura che queste parole siano ancora il substrato del cammino fatto di solidarietà, progresso, coesione di un Popolo e non il canto del cigno di ciò in cui ha creduto e scommesso.