DEF: TANTE INCERTEZZE DA CHIARIRE

DEF: TANTE INCERTEZZE DA CHIARIRE

Non mi è ancora chiaro quello che si vuole fare sulla Fornero e ancora meno sul cosiddetto reddito di cittadinanza. Sulla Fornero le risorse sembrano stanziate, ma non capisco ancora le componenti della quota 100 e se ci saranno penalità. Certo, sempre meglio di prima sarà, ma i 62 anni di età e 38 di contributi, non mi pare che diano risposta ai soggetti più colpiti dalla Fornero: in particolare le donne, che non raggiungono quasi mai quei livelli di contribuzione per il perdurante carico di cura che si scarica su di loro, ed i giovani la cui perenne precarietà continua a produrre lavori ad intermittenza . Grave sarebbe anche il taglio dei contributi figurativi, secondo una delle ipotesi lette, che colpirebbe in particolar modo coloro che più hanno subito la crisi. Anche sul reddito, le cifre sembrano importanti, anche se non tali da configurarlo in nessun modo come un reddito di “cittadinanza”. Non sarebbe accettabile però un’impostazione che imponga di accettare qualsiasi lavoro, e che così invece di ridurre la precarietà, la confermi e la legittimi, secondo una logica per cui il lavoro va bene “a prescindere”, anche se è senza qualità e povero. Ma la cosa più terribile del Def,  è a mio avviso,  in continuità con l’Italia  è da sempre la parte fiscale, per quello che si fa e per quel che si rimanda al futuro. Oggi intanto si fa il quinto condono in 15 anni. Un condono per cui le soglie non sono ancora chiare: gravissimo se si arrivasse ai 500mila euro e se, come si annuncia, riguardasse anche il dovuto e non solo le sanzioni.Il condono è grave non solo perché si fa cassa una tantum, ma anche perché con tutta evidenza si favorisce un’evasione fiscale che va abbondantemente oltre i 100 miliardi annui. Inaccettabile è anche la fissa della Flat Tax. Occorrerebbe invece riportare TUTTI i redditi dentro la progressività del prelievo fiscale, come narra la Costituzione, alleggerendo le imposte sui redditi bassi e alzandole su quelli alti. Portate pazienza, signori economisti, se il rapporto tra il 20% più ricco e il 20% più povero è, secondo i dati ufficiali, di oltre 200 volte, quel che ci vuole è una patrimoniale sul 5% dei più ricchi che hanno un patrimonio medio di 1,3 milioni di euro e da soli detengono oltre il 40% della ricchezza del paese! Non certo una Flat Tax che a regime tasserebbe allo stesso modo chi ha un reddito di 20mila euro e chi ne ha uno di 75mila, che non farebbe altro che fare nuovi regali a quei ricchi, e i cui costi ingentissimi finirebbero per scaricarsi su nuovi insostenibili tagli al welfare. Resta da capire inoltre se ci siano tagli e dove siano, per finanziare il complesso della manovra. E gli investimenti dove sono? Un piano sulla costruzione di nuovi posti di lavoro? La nostra Pubblica Amministrazione ha il Rapporto addetti/abitante più basso d’Europa, con settori in grave deficit, il più odioso è nella sanità. Manca completamente un piano per il lavoro, che investa in nuova e buona occupazione, a partire dal pubblico. Dunque spero che il quadro si chiarisca su pensioni e reddito, ma fin da oggi sono assolutamente contro le politiche fiscali e vorrei un piano per il lavoro, che affronti la principale emergenza del paese. Ribadisco che, comunque, senza porre seriamente mano alla riforma fiscale, non abbiamo certezza di reddito, che la flat tax squilibrerà di più, che il condono non porta a casa risorse, ma invita a continuare ad evadere e che serve una patrimoniale subito per redistribuire.