SPOILER FREE

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È una settimana difficile. È la settimana in cui si chiudono due storie che per me sono state molto importanti: mi hanno fatto commuovere, incavolare, discutere per ore con amici e parenti (anche quando avrebbero voluto parlare di tutt’altro: a proposito, scusate). Entrambe sono state magnifiche, esaltanti, commoventi. Entrambe – parlo prima di aver visto qualsiasi cosa – sono state rovinate sul finale, forse perché chi doveva occuparsene non ci teneva quanto noi. È così che va la vita, gli investimenti non ripagano sempre, e quelli emotivi quasi mai. Rimangono i ricordi, però. Rimangono le cose belle, la battaglia delle Acque Nere, la maglia strappata da Dellas mentre esultava dopo un 3-3 in un inutile Roma-Inter, rimane il rigore col Barcellona, rimane il primo “Dracarys”. Ma rimane anche una lezione: se ci si sofferma troppo sul finale, non ci si gode il viaggio. Ed è una banalità da buongiornissimo, lo so, roba da cinquantenni su Facebook, ma è anche l’unico appiglio che rimane: un giorno rideremo di Pallotta e il duo Weiss-Benioff sarà nascosto in qualche scantinato, per sfuggire alle ronde di fan inferociti (dopo aver chiuso a cacchio GoT passeranno a Guerre Stellari: auguroni, vi serviranno). Rimarrà GoT. Rimarrà DDR. Rimarremo noi che li abbiamo amati. E quando DDR tornerà per allenarci, capiremo che era lui Azor Ahai. Solo che due showrunner avidi e un presidente arido non lo avevano capito.