CAMPIONATO CON GARBO. HANDANOVIC MANDA L’INTER IN CHAMPIONS CON L’ATALANTA E L’EMPOLI IN B

DI DANIELE GARBOSi è finalmente conclusa la serie A più noiosa del Dopoguerra con gli ultimi verdetti, più o meno scontati: Inter e Atalanta in Champions League, Empoli retrocesso. Se qualcuno ritiene che sia stato un campionato divertente, gli posso consigliare un bravo psichiatra.La Juventus ha vinto uno scudetto mai in dubbio né in bilico. Per dare un senso a una stagione che ha dispensato camomilla a piene mani, ci siamo inventati una lotta per la Champions League rimasta viva fino all’ultimo non tanto per la bravura delle contendenti, quanto per la loro pochezza.E alla fine una delle partite più appassionanti dell’intera annata è andata in scena a San Siro tra Inter e Empoli, che si giocavano Champions e salvezza. Ne è uscita una sfida bellissima, piena di emozioni e di brividi, con Handanovic eroe assoluto dei nerazzurri, che di fatto con i suoi interventi miracolosi ha spedito in serie B il povero Empoli, il cui coraggio avrebbe meritato miglior fortuna.Anche perchè nel frattempo Fiorentina e Genoa mettevano in scena la parodia di una partita di calcio, confidando nella vittoria interista. E così alla fine è stato premiato Enrico Preziosi, patron dei rossoblù, beccato qualche anno fa col sorcio in bocca (una valigia piena di soldi per comprare una partita), condannato dalla magistratura ordinaria per frode sportiva e squalificato dalla Federcalcio per illecito, ma misteriosamente ancora protagonista di un mondo incapace di far pulizia di personaggi come questi.L’Atalanta è stata la rivelazione del campionato, conquistando una storica qualificazione alla Champions League attraverso un calcio stupendo che ha prodotto 103 gol stagionali, un’enormità a leggere la formazione della squadra bergamasca. Ora il grande interrogativo è legato alla presenza del tecnico dei miracoli sulla panchina atalantina il prossimo anno. Il presidente Percassi non ha dubbi, facendosi forza di un contratto blindato, ma nel dopo partita Gasperini non riesce mai a pronunciare la parola: “rimango”. E il suo futuro sembra molto vicino alla Roma.C’è poco da aggiungere, in attesa di scoprire come finirà il risiko delle panchine, che riempirà le pagine dei giornali nelle prossime settimane.A chiusura del consueto appuntamento settimanale, ecco le nostre pagelle. JUVENTUS: 8. Otto come gli otto scudetti consecutivi. Cristiano Ronaldo è servito per uccidere il campionato nella culla, ma non è bastato per fare strada in Champions League. Il divorzio da Allegri è stato gestito al meglio, in attesa di scoprire chi ne raccoglierà la pesantissima eredità. Lo stesso stile sarebbe auspicabile per smetterla di esporre 37 scudetti, che in realtà sono 35 per via dello scandalo di Calciopoli. Ma non si può pretendere tutto dalla Vecchia Signora.NAPOLI: 6,5. Il secondo posto non è mai stato in discussione, semmai sul giudizio complessivo pesano la prematura eliminazione in Champions League (peraltro in un girone proibitivo comprendente Liverpool e Paris Saint Germain) e quella in Europa League. Ancelotti si è limitato a gestire egregiamente il dopo Sarri, ma dal prossimo anno il nuovo progetto sarà tutto suo e ne dovrà rispondere.INTER: 6. Ha ottenuto il risultato minimo, faticando oltre il dovuto. Sulla stagione dei nerazzurri ha pesato in maniera determinante la vicenda Icardi, che la società non ha gestito benissimo. Spalletti rivendica di aver raggiunto il traguardo che gli era stato rischiesto, ma non gli basterà per conservare la panchina. Se arriverà Antonio Conte, come tutti dicono, ci sarà un bel repulisti e si ripartirà con un nuovo progetto.ATALANTA: 9. Alla fine del calcio mercato estivo Gasperini aveva sollecitato la società a rafforzare la rosa per non rischiare brutte sorprese. Il quarto posto dimostra che il tecnico aveva sottovalutato l’organico a disposizione. Ma Gasp ci ha messo moltissimo del suo, valorizzando giocatori sconosciuti o quasi e rilanciandone altri che sembravano non aver più obiettivi. Quello dell’Atalanta è un autentico capolavoro, realizzato attraverso un calcio propositivo e divertente, merce rarissima in Italia. Nei prossimi giorni sapremo se il principale artefice di questo miracolo sarà ancora sulla tolda di comando.MILAN: 6. Con quell’organico Gattuso non poteva fare di più, anche se fino al derby ha pensato di arivare in Champions. L’Europa League è la dimensione giusta per questa squadra, sempre che l’Uefa non decida di squalificarla per violazione del Fair Play finanziario.ROMA: 4. E’ la grande delusione del campionato. A guardare la rosa dei giocatori, risulta difficile spiegare come i giallorossi non siano riusciti ad arrivare tra le prime quattro. Errori del primo tecnico, Eusebio Di Francesco, del Direttore Sportivo Monchi e soprattutto della società, che ha brillato per la sua assenza, hanno prodotto il peggior risultato degli ultimi anni. E per chi verrà dopo Ranieri sarà molto difficile ripartire.TORINO: 7. I granata hanno perso appena 7 partite, soltanto la Juventus ha fatto meglio. Sotto la guida di Mazzarri il Torino ha ottenuto il record di punti (63) da quando esistono i tre punti per la vittoria. Con qualche ritocco mirato, il prossimo anno potrà correre per un posto in Europa.LAZIO: 6. La sufficienza solo per aver salvato la stagione conquistando la Coppa Italia. Ma in campionato la squadra di Simone Inzaghi avrebbe potuto fare sicuramente di più, se il tecnico avesse mostrato maggiore coraggio. A un certo punto la Champions sembrava davvero a un passo, poi è crollato tutto. Ma forse a Lotito va bene così.SAMPDORIA: 6,5. Fabio Quagliarella, capocannoniere con 26 reti a 36 anni, è il simbolo di una squadra che Giampaolo ha costruito a propria immagine e somiglianza, fino all’ultima vittoria contro la Juventus. Ma ora il tecnico abruzzese è tentato da sfide più ambiziose. E sicuramente lo merita.BOLOGNA: 7. La salvezza e addirittura il decimo posto sono il capolavoro di Sinisa Mihajlovic, che ha preso la squadra con un piede in B, le ha dato un’anima e l’ha condotta nella parte sinistra della classifica. A dimsotrazione che la mano di un allenatore serve, eccome.SASSUOLO: 7. Salvezza tranquilla anche per il Sassuolo. Merito di De Zerbi, uno dei tecnici più interessanti del nostro campionato, a quanto pare nel mirino di qualche squadra di rango.UDINESE: 7. Vale per i friulani lo stesso doscorso fatto per il Bologna: l’arrivo di Tudor ha cambiato volto alla squadra, che si è tolta brillantemente dalle sabbie mobili della zona retrocessione.SPAL: 7. Una società seria, un tecnico preparato, una salvezza raggiunta attraverso il gioco. Leonardo Semplici è pronto per nuove sfide, la Spal è pronta per il terzo campionato consecutivo in serie A.PARMA: 7. I ducali si sono sempre mantenuti lontani dalle zone calde, disputando un campionato privo di preoccupazioni. Per una neo promossa non è un risultato da poco.CAGLIARI: 7. Anche i sardi non sono stati mai davvero invischiati nella lotta per non retrocedere. Bravo Maran a tenere alta la tensione, bravissimo Pavoletti con i suoi 16 gol a finalizzare il lavoro di tutta la squadra. Peccato che Barella sia destinato a essere ceduto a una grande.FIORENTINA: 5. Con un organico così, la salvezza avrebbe dovuto essere raggiunta ben prima dell’ultima giornata. La società ha le sue colpe, spingendo Pioli alle dimissioni, e l’arrivo di Montella ha solo peggiorato la situazione. Ma ora pare sia in arrivo lo zio d’America e tutto dovrebbe cambiare.GENOA: 5. Preziosi ha raschiato il fondo del barile (vedi cessione di Piatek a gennaio) e rischiato di finire in B. L’ha salvato l’Inter battendo l’Empoli. Lui dice che la società è in vendita, i tifosi sperano che si tolga dai piedi al più presto.EMPOLI: 6. Avrebbe meritato di salvarsi per il gioco espresso durante l’intera stagione. Se il presidente Corsi non avesse esonerato Andreazzoli per poi chiamarlo quando ormai la situazione era disperata, a quest’ora i toscani sarebbero ancora in serie A.FROSINONE: 5. Retrocessione ampiamente annunciata quella dei ciociari, che avevano un organico troppo debole per affrontare la serie A.CHIEVO: 4. Il voto è al presidente Campedelli per i pasticci combinati in sede di bilancio e i conseguenti punti di penalizzazione che hanno reso la salvezza una “Mission Impossible”. La realtà è che il Chievo avrebbe dovuto giocare in serie B, non in A.