SUL KUKLUX KLAN, SPIKE LEE FA CENTRO CON UN GRANDE FILM

Mi aveva un po’ deluso Spike Lee con la sua ultima serie, e in generale da un po’ di film lo avevo abbandonato. Ma questo nuovo BlacKkKlansman merita davvero di essere visto. È la storia vera di poliziotto afroamericano che negli anni ’70 decide di infiltrarsi nel KKK (un nero nel KKK? Yes!), supportato dal suo alter ego bianco, l’ormai onnipresente Adam Driver, superlativo anche in questo film. La cosa che mi è piaciuta è il tono del film. Si prende sul serio, perché la storia è vera e seria, ma allo stesso tempo ha quella ironia quasi Tarantiniana che non può non piacere. Mai retrorico, anzi è quasi auto-offensivo quando i neri offendono i neri e gli ebrei insultano gli ebrei, per esigenza di ruolo. Mentre guardi questo film pensi: è incredibile come in America la popolazione nera abbia passato tutto questo, al grido di “America first!” scandito dai suprematisti bianchi. Poi fai un attimo i conti con la realtà, e vedi che quello slogan non è mai davvero passato di moda, ed è anzi addirittura stato esportato worldwide. Ora bisogna solo vedere se l’algoritmo di Facebook censurerà questo mio post vista la grande quantità di parole off-limits che contiene. Nel qual caso torneremo a parlare di pasticcini mignòn, o della improvvisa scomparsa dei poveri. F