ROMA – SPAL 2-0. CERCASI PERSONALITÀ
L’esito dell’anticipo della nona giornata di Serie A è amaro per i giallorossi, abbattuti all’Olimpico da una buona Spal, senza mai lasciar traccia di gioco. Sembra di vedere un replay di qualche partita fa, una squadra senz’ossa, come con il Bologna, e senza ordine nè idee, come contro il Chievo. Non bene Di Francesco, incolpevole certamente della mollezza dei singoli, ma ancora in confusione sul da farsi a partita in corso. La Spal trova un riscatto dopo una trafila di risultati negativi che non rispecchiavano una buona solidità di fondo e di gioco, ma non deve strafare per i tre punti. Deve soltanto non cadere nel lungo tappeto rosso steso dai romanisti. Il turnover iniziale è obbligato per Di Francesco, date le assenze di De Rossi, Kolarov e Perotti, ma Schick si fa male e resta in panchina, mentre Marcano sostituisce Manolas. Marcano, apriamo una parentesi. Sono certo che questo non è il giocatore titolare del Porto. Che sia uno scambio di persona o un problema di ambientamento, Fazio deve fare il doppio lavoro, e Fazio di quest’anno non ne è assolutamente in grado. Risultato: due centrali inesistenti. La Roma fa possesso palla, sicuro, ma sterile, alla Spal è sufficiente chiudersi e non fare errori grossolani. Errori che fa Dzeko, almeno tre volte solo davanti al portiere, ma totalmente innocuo, fastidiosamente inerme. Oggi non gli andava. Ma fossero i singoli il problema. È la personalità che latita, annidata da qualche parte, in qualche angolo di Trigoria. C’è, ma si vede solo nelle cause apparentemente perse (cfr. Roma – Barcellona 3-0). La squadra non soffre nel perdere. Quando prende l’uno a zero su rigore, guadagnato da Lazzari e trasformato da Petagna, dopo una partita ordinata ma senza guizzi della Spal, non lotta per riconquistare il campo ed il risultato. Non si scuote, non si inc… non mostra anima. Luca Pellegrini causa il rigore ma mostra forza e qualità: purtroppo ancora non è pronto a livello di esperienza, forse un prestito per farsi le ossa? Insomma, dopo il rigore la Spal non si scompone, la Roma sparisce. Subisce lo 0-2 su calcio d’angolo, su stacco di Bonifazi, e non riesce a reagire in nessun modo. Non una volta. E il mister decide di mettersi di traverso, facendo cambi scomposti. Fuori Cristante (nullo), dentro Kluivert con Under trequartista. La cosa non funziona, allora dentro Coric esordiente sulla trequarti e poco dopo Pastore mezz’ala. Il tutto risulta in caos a centrocampo, Pastore troppo basso e Coric che corre come un labrador appresso al pallone senza capire dove giocare. Per la Spal diverse le note positive, invece, in primis Valoti, vero uomo “box to box” come dicono gli inglesi. Sempre preciso Vicari (ex giallorosso) ed efficace Lazzari, che guadagna il rigore. Una squadra tranquilla, sicura, ordinata anche se tecnicamente rivedibile, soprattutto nei cambi. Per la Roma il vero deserto, tattico, tecnico, di idee ma soprattutto di personalità, una regressione totale. E fra tre giorni c’è il Cska Mosca.
