LETTERA APERTA AGLI “ANTIFASCISTI IMMAGINARI”

Parlate di fascismo, ma siete sempre alla ricerca di un “capo”, che voi chiamate “leader”, ma sempre un “uomo (maiuna donna) forte” è.Davvero la sinistra ha necessità soltanto di un leader? A me sembra, e di questo Renzi e il suo show televisivo rappresentano la perfetta antitesi, che abbia bisogno di ritrovare una capacità di analisi aggiornando le categorie marxiane (la composizione delle classi, il sistema produttivo, le trasformazioni della globalizzazione ecc.).Lo spiegava bene Giorgio Galli nel luglio scorso: “La crisi della sinistra italiana è iniziata oltre un paio di decenni fa, quando ha rinunciato alla critica del capitalismo, ossia a esercitare quello che era il suo ruolo naturale, la funzione per cui era nata. E così negli ultimi anni ne hanno approfittato i populisti, esprimendo un anticapitalismo di destra”.Che poi all’analisi e all’organizzazione debba seguire la costruzione di una classe dirigente degna di questo nome, è un altro paio di maniche, ma in questo momento non c’è un leader perché non c’è una sinistra.Fate torto alla nostra intelligenza dandoci dei “nostalgici”: non a caso parliamo di rinnovare l’analisi e, perdonateci la franchezza, mentre in questi anni vi siete esercitati a fermare un fascismo immaginario, molti noi hanno analizzato l’impatto dell’economia, il potere dell’algoritmo, le nuove professionalità e le nuove forme dello sfruttamento. Elementi costitutivi, questi sì, di una nuova deriva autoritaria, che voi avete assecondato con il disprezzo per l’eguaglianza, con le lodi alla competizione ecc.A ben guardare è proprio il vostro ragionamento a essere antico: non a caso citate la crisi del ’29, il fascismo e il nazismo, come se la storia si potesse ripetere nelle stesse forme.Ma anche dando retta alla vostra analisi errata, dimenticate sempre di sottolineare che fu la borghesia neocapitalista a sostenere prima il fascismo in Italia e poi il nazismo in Germania.È stata proprio la scomparsa, o meglio l’assuefazione della sinistra (abbagliata dalle terze vie blairiane) alla narrazione liberista che ci ha portati fin qui.Invece di comprendere (come Marx diceva, ma lui viveva nell’800 e non era un veggente) i nuovi meccanismi della produzione capitalista, siete caduti nel tranello di pensare di poterli governare, rinunciando a una critica radicale (che poi può benissimo concretizzarsi in varie forme politiche, purché coerenti).Avete sdoganato la globalizzazione come panacea di tutti i mali, come se l’interesse del capitale fosse quello di soddisfare bisogni e non quello di accumulare profitti.Il risultato è che le roccaforti della principale forza progressista, ormai in aperto disarmo, sono i quartieri dell’alta borghesia.Ma in un sistema capitalista i poveri sono sempre la maggioranza e ora votano a destra: non sarà il vostro antifascismo astratto e d’occasione a far loro cambiare idea.