DOV’È LA VITTORIA?
Dicono di orgoglio, di onore, di gloria ma dov’è la vittoria se dietro di noi, di loro, abbiamo solo morte e dolore? Cosa dobbiamo festeggiare se non la tragica di fine di tanti giovani europei mandati a scannarsi gli uni con gli altri Uomini spesso “caricati” di un fucile in mano e spediti a fronteggiarsi gli uni, gli altri con il compito di fare un tiro a segno Esseri umani, caricati di odio e paure, come spesso succede durante le guerre delle quali nessuno conosce bene la radice In questi giorni, per ricordagli meglio, vorremmo caricarci dei loro sogni, dei loro pensieri, delle loro ultime parole piuttosto che innalzarli a quel ruolo di eroi che non avrebbero mai voluto. La Prima guerra mondiale è stata una vera strage, “un’inutile strage” come la definì papa Benedetto XV. Vale la pena ricordare al nostro tempo che pare incamminarsi verso nuovi tempi tristi una delle tante voci che si sono levate in questi giorni il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser che ha scritto nella sua lettera pastorale: “Nessuna guerra è una vittoria In questi giorni in cui si ricorda, si riflette e si commemora, nessuno dovrebbe parlare di vittoria. I monumenti di ogni genere inneggianti alla vittoria, che rimandano a dittature e guerre, dovrebbero perdere la loro forza di attrazione una volta per tutte. Sarebbe un segno concreto e lungimirante se la piazza davanti al monumento alla Vittoria a Bolzano fosse rinominata in piazza dedicata alla pace, alla riconciliazione, alla comprensione, alla volontà di convivenza! Non si chiamano vittorie quelle che si raggiungono attraverso guerra, nazionalismo, disprezzo di altri popoli, lingue e culture. Alla fine di una guerra ci sono sempre e solo sconfitti!”
