CARLO GIUFFRE’, L’IRA DAL PALCO DEL VERDI: ” NOI ATTORI MERITIAMO PIU’ RISPETTO”

CARLO GIUFFRE’, L’IRA DAL PALCO DEL VERDI: ” NOI ATTORI MERITIAMO PIU’ RISPETTO”

Sabato 12 novembre 1994: al teatro Verdi di Salerno è il momento degli applausi finali. Il pubblico è tutto in piedi, la compagnia schierata sul proscenio per il giusto tributo. Ad un certo punto uno degli attori chiede di interrompere la standing ovation: è Carlo Giuffrè, che con il fratello Aldo ha appena terminato la messinscena de «La fortuna con la F maiuscola», un loro divertentissimo cavallo di battaglia, scritto da Armando Curcio e Eduardo De Filippo. Non è uno spettacolo qualsiasi, si tratta di una prima. E che prima: la riapertura del Massimo salernitano quattordici anni dopo il terremoto che lo ha ridotto all’inagibilità. Carlo conquista il silenzio del pubblico e con voce modulata ad arte fa una vera e propria requisitoria di alcuni minuti: «Noi artisti – esordisce – siamo abituati a recitare dovunque ma non comunque e stasera qui non c’erano le condizioni ottimali per recitare». Gelo in sala. Come se non bastasse quello, pungente, che già c’era. Avvertito soprattutto dagli spettatori delle prime file costretti ad indossare pellicce e soprabiti per ripararsi dal vento che proveniva dal palco. Perché il problema era proprio questo: la mancanza totale dei riscaldamenti nei camerini. «Questo non è un teatro, è un cantiere», denuncia l’attore spalleggiato dal fratello. «Noi siamo artisti, non animali». Ma Carlo è davvero su tutte le furie e indirizza i suoi strali verso una persona in particolare, il delegato allo spettacolo del Comune di Salerno. Racconta di una prova generale svolta nel freddo più assoluto, che crea disagi agli attori, tra cui Nuccia Fumo, costretta ad interrompersi più volte. «A un certo punto – insiste Giuffrè – mi dicono che in sala c’era anche il delegato allo spettacolo e allora rivolgendomi a lui dal palco gli ho chiesto: “qui sopra si gela, lei che cosa fa?” “E che posso farci, mica sono un termosifone?”, è la sua risposta insolente. Non ci ho dormito tutta la notte, ho persino pianto. Facciamo gli attori da tanti anni e non temiamo il freddo e neppure i fischi. Abbiamo sempre fatto il nostro dovere. Per questo meriteremmo più rispetto». Alle parole segue l’applauso ancor più convinto e affettuoso del pubblico incredulo e indignato. Il giorno dopo fu l’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a scusarsi con i due grandi attori promettendo «accoglienza degna» in altre occasioni. Carlo Giuffrè è tornato a recitare negli anni successivi in quel teatro ma non è stato più lo stesso. Quel gelo gli è rimasto addosso.