SICUREZZA? NO, SOLO LA SOLITA PROPAGANDA

SICUREZZA? NO, SOLO LA SOLITA PROPAGANDA

In discussione il decreto sicurezza, c’è da chiedersi quale sicurezza intenda il ministro dell’interno. Quale sicurezza se non quella che si aspetta il suo elettorato, un’altra “botta di propaganda” e niente di più, con infilato dentro qualcosa per dare respiro a chi ne ha bisogno, vedi i vari indagati e/o rinviati a giudizio per peculato che il ministro conosce molto bene. Ma quale sicurezza, quella del cittadino? Non credo che si possa ridurre tutto al solito citando gli immigrati o alla possibilità di munirsi facilmente di un’arma per difendersi. Si dimentica e ci si chiede: quale sicurezza sui posti di lavoro dove si continua a morire, dall’inizio dell’anno 472 “vittime del lavoro”, una vera mattanza, ed è anacronistico, oltre che criminale, leggere ogni giorno di morti sul lavoro, quel lavoro che dovrebbe dare da vivere e che invece provoca la morte, del lavoratore come della famiglia che c’è dietro perché oltre alla perdita del proprio caro, si perde anche quella che in tanti casi è l’unica fonte per sopravvivere. Quale sicurezza si danno alle povere donne vittime, anch’esse ogni giorno, di atti di violenza. Quale sicurezza si da al cittadino che manda i figli a scuola col pericolo che queste gli cadano sulla testa per come sono degradate strutturalmente. Quale sicurezza viene data al cittadino se si tace sul dissesto naturale del nostro territorio, non certo colpa della natura. Quale sicurezza si da al cittadino che ha il diritto di manifestare pacificamente, fermato, perquisito e schedato come un delinquente mentre quelli da schedare che inneggiano ad ideologie che la nostra Costituzione mette fuori legge e che agiscono in piena libertà, mentre sarebbero proprio questi da fermare, perquisire, schedare e mettere sotto inchiesta per apologia del fascismo. E si potrebbe andare avanti con corruzione, evasione, mafie che non entrano nei discorsi della sicurezza come se queste piaghe facessero ormai parte del sistema e del tutto ignorate perché non fanno presa e quindi consenso. Ma la sicurezza maggiore che manca è quella di un futuro per i cittadini. I più giovani lo hanno capito e cominciano a scendere in piazza a dimostrare il loro dissenso, il disagio di dover crescere con tante, troppe incertezze. Un decreto quindi che è l’ennesima dimostrazione di vuoto, di distanza dalla realtà della vita di tutti i giorni con argomenti che costituiscono solo una facciata che copre i reali problemi del paese, oltre che sono un alibi per nascondere incompetenza e incoerenza con promesse che gli stessi che le hanno profferite sapevano non realizzabili e quindi in perfetta malafede.